di Luciano Onnis
Tanta, troppa Inter per un Cagliari davvero modesto rispetto ad avversari di un altro pianeta calcistico. È finita come temuto e previsto. L’Inter non ha avuto problemi ad assicurarsi per 3-0 una partita a senso unico. Nel primo tempo la speranza dei rossoblù di poterla fare franca, poi, a inizio ripresa, i valori in campo sono stati ristabiliti e il gatto Inter ha smesso di giocare col topo Cagliari. Lo ha azzannato e sbranato, facendo 3 bocconi a zero. Senza faticare più di tanto.
Prima della partita c’è la contestazione da parte degli ultra della curva nord all’ingresso in campo dei giocatori cagliaritani per il riscaldamento. L’indecente prova di Venezia ha lasciato il segno nella tifoseria e per la prima volta in questo campionato è stata messa in piazza la rabbia contro i propri beniamini dopo la brutta figura rimediata a Venezia. L’invito a tirar fuori gli attributi è stato ripetuto più volte, poi il dissenso si è tramutato per tutta la partita in incitamento e i cori hanno sostituito la rabbia. Alla fine, però, la contestazione è scoppiata nuovamente con un altro l’invito ai giocatori, di andare a lavorare. Non è stato risparmiato il presidente Giulini, tornato a essere il primo imputato degli insuccessi della squadra allestita in maniera a dir poco approssimativa.
Primo tempo senza grandi emozioni, con un’Inter sorniona ma in evidente stato di superiorità tecnica e fisica. Ha comandato la partita in mezzo al campo, lasciando agli avversari qualche incursione in avanti, senza grossi problemi davanti all’anemico attacco cagliaritano. I rossoblù si sono difesi con sofferenza, ma senza mai abbassare le armi davanti alle bocche di fuoco interiste. Lautaro e company qualche occasione l’hanno anche creata, ma è mancato il guizzo risolutivo. Da parte sua, il Cagliari ha cercato di superare il gap della minor qualità tecnica con la determinazione su ogni pallone, ed è riuscito ad arginare il dominio nerazzurro fino alla pausa dei primi 45 minuti.
Al ritorno dagli spogliatoi è stata tutta un’altra musica, suonata dall’orchestra interista e dai suoi solisti. Rimasto negli spogliatoi il leader della difesa Yerry Mina per il riacutizzarsi dell’infortunio, sono cominciati i dolori. I nerazzurri sono invece rientrati in campo decisi a chiudere i conti e già al 53’ sono passati in vantaggio con un gol abbastanza rocambolesco di Bastoni. E’ stato il là alla vittoria. L’Inter ha preso in pugno la situazione e con un Barella super (per quanto senza il suo solido ardore davanti ai colori rossoblù che porta sempre nel cuore) ha messo il sigillo alla vittoria con il resuscitato Lautaro e un rigore di Calhanoglu. Per il Cagliari un’altra sconfitta, la quinta consecutiva. La situazione si è fatta pesante e abbastanza seria. La prossima sarà per il Cagliari un altro scontro diretto contro l’ultima in classifica Monza. Inutile dire che queste sono le partite da non perdere, il Cagliari ha abituato i suoi tifosi a ingoiare bocconi amari. Il 2 gennaio comincia il calcio mercato di riparazione, il Cagliari ha bisogno estremo di rinforzi. Ma non sarà facile trovarli e prenderli. Giocatori di valore sul mercato sono merce rara e servono soldi. Che la società non ha. Mala tempora currunt.
Nel dopo partita, Nicola cerca di parare il colpo. “Abbiamo incontrato una squadra molto forte, quella che finora mi ha impressionato di più. Ma lo sanno tutti. Per reggere il loro livello era necessario affrontarli sul loro campo singolarmente in ogni zona del campo. Riuscirci non è facile. Non ho niente da rimproverare ai ragazzi. A Monza finirà il girone d’adatta, poi tireremo le somme. Per il calcio mercato vedremo come poterci migliorare, ma non è questo il momento. C’è ancora una partita importante da giocare e da non sbagliare”.