Cagliari a valanga con l’Ascoli. Ancora viva la speranza della serie A

Alzi la mano chi al termine del primo tempo avrebbe scommesso un solo centesimo su un Cagliari vincente per 4-1 a danno di un Ascoli apparso nei 45 minuti iniziali un avversario addirittura superiore e meritatamente in vantaggio per una rete a zero. Diciamolo subito, una prima frazione di gioco a dir poco imbarazzante da parte dei rossoblù, tra i più brutti di questo bruttissimo campionato. Poi al ritorno in campo un’incredibile metamorfosi  e qui la partita l’ha vinta  Claudio Ranieri rivoluzionando la squadra e cambiando modulo tattico. Ha lasciato negli spogliatoi gli inguardabili Barreca e Millico,  ha messo dentro Prelec e Azzi ed è passato al 4-3-1-2. Nandez è andato a occupare la fascia destra a lui congeniale, Azzi si è impossessato di quella sinistra, protetto da Lella nelle sue scorribande in avanti, e soprattutto Mancosu è stato riportato al suo ruolo naturale di trequartista. Lapadula non è rimasto più solo in avanti a sbattere contro i due centrali avversari perché Prelec gli ha portato via un marcatore  e aperto la difesa ospite, cosi che il centravanti italo-peruviano è salito in cattedra, e con lui  tutta la squadra. Fino ad arrivare a una sonante vittoria, a metà gara solo utopia.

Alla Unipol Domus si sono viste, come accennato,  due partite radicalmente diverse nei due tempi di gioco.  Nei primi 15 minuti il Cagliari sembrava anche  essere in buona giornata e ha creato pure  tre occasioni da rete, ma sono state sprecate.  Subìto il gol su una delle tante palle mal giocate da Barreca, la squadra ha perso la bussola ed è andata in tilt. La lampadina si è spenta ed è stato buio totale. L’Ascoli ha difeso il vantaggio senza patemi d’animo, ha preso il sopravvento in mezzo al campo e ha spento ogni timido tentativo dei padroni di casa di avvicinarsi alla porta di Leali, mai impegnato seriamente. Si è aperto il festival degli errori  e perfino Claudio Ranieri ha dovuto scuotere sconsolatamente la testa davanti alla pochezza  dei suoi giocatori in campo. La mazzata è giunta quando Luvumbo è uscito al 36esimo  per un fastidio muscolare. Fino a quel momento era stato l’unico a impensierire la difesa dell’Ascoli, con Mancosu (anche per lui un’occasione sprecata)  e Lapadula ingabbiati dagli avversari. Andando negli spogliatoi per il riposo, i rossoblù sono stati accompagnati da una  raffica di fischi e dall’invito di tirar fuori gli attributi. Nell’intervallo  hanno  avuto un  ruolo fondamentale la competenza e l’ascendente di un grande allenatore come  Claudio Ranieri. La squadra è tornata in campo trasformata, aggressiva e non più remissiva e a fari spente. Il nuovo assetto tattico e i nuovi entrati  hanno ribaltato radicalmente i valori in campo. Nandez ha cominciato a spopolare sulla fascia destra tornando a essere El Leon che tutti a Cagliari conoscono; Azzi ha messo il turbo sulla fascia sinistra, Makoumbou ha sveltito la manovra e Mancosu, riportato dietro le punte, si è impossessato della trequarti. Lapadula si è dannato l’anima e ha cominciato a seminare il panico nella difesa ospite dal momento in cui Prelec lo ha  liberato di un marcatore. Ma è stata tutta la squadra a fare un’altra partita. Subito il gol di Lapdaula che ha ribattuto in rete il rigore prima  parato dal portiere avversario, poi la perla di Mancosu, quindi il terzo con gol con la doppietta di Lapadula e infine il sigillo di Zappa. È finita in apoteosi, con il pubblico che si è riconciliato con i suoi giocatori e  distribuito  applausi a tutti.

Ma nella conferenza stampa del dopo partita, Claudio Ranieri è stato severissimo con il pubblico, sapendo di potersi permettere di catechizzare i tifosi che nel tempo hanno fischiato sonoramente i suoi giocatori. “Quei cori contro i ragazzi mi hanno fatto male – ha attaccato il mister rossoblù -.  I fischi e  l’invito a tirar fuori le palle sono stati ingenerosi, i ragazzi non meritano questo. Come sempre hanno dato il cuore, anche nel brutto primo tempo. Quando sono arrivato qui a Cagliari ho chiesto prima di tutto l’aiuto dei tifosi, ho chiesto che stiano sempre vicini alla squadra. Ho detto chiaramente che senza il loro tifo io da solo non ce la faccio a riportare il Cagliari in serie A, e così pure i ragazzi. Che i tifosi fischino pure, ci stà dato che pagano il biglietto. Ma che lo facciano solo alla fine della partita, non durante. Questi ragazzi non lo meritano, stanno dando tutto quello che hanno in corpo e nel  cuore”.

Sulla partita a due volti, il tecnico rossoblù offre  una chiara analisi: “Nel primo tempo abbiamo corso a vuoto e non li abbiamo presi mai. Nel secondo,  i ragazzi hanno veramente reagito alla grande, disputando una gran partita e ottenendo una grande vittoria. Avevamo preparato bene la partita, sapendo come gioca l’Ascoli. Ma in campo, nel primo tempo, non siamo riusciti a fare quanto preparato in settimana. Poi negli spogliatoi abbiamo rivisto modulo e fatto qualche sostituzione, cambiando il volto della partita. Questi sono ragazzi d’oro, i tifosi lo ricordino sempre. Se qualche volta le cose vanno male, ci devono stare vicini a maggior ragione”. Intanto è arrivata finalmente una vittoria e ce n’era bisogno. Per la  classifica, per rilanciare la squadra, per rafforzare l’autostima, per far tornare l’entusiasmo nell’ambiente intaccato dalla depressione e per far tornare la speranza di un ritorno in serie A.

Luciano Onnis

Cagliari (4-2-3-1): Radunovic; Zappa, Goldaniga (89 Altare), Dossena, Barreca (47 Azzi); Luvumbo (37 Lella), Nandez, Makoumbou (87 Deiola); Millico (47 Prelec), Mancosu, Lapadula. All: Ranieri

Ascoli (4-3-1-2):  Leali, Donati, Botteghin, Simic, Giovane; Collocolo, Buchel (71 Eramo), Caligara (84 Sidibe); Falzerano (61 Mursura); Forte (71 Dionisi), Gondo (61 Pedro Mendes). All: Breda.

Arbitro: Miele

Reti: 19 Forte; 56 Lapadula; 61 Mancosu; 88 Zappa.

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