Tutto come previsto. Come normale che fosse, per quanto il pallone sia tondo e si conceda talvolta al “mai dire mai”: il piccolo Cagliari le ha buscate da una grande Inter, grande anche perché le è stato consentito di spadroneggiare in ogni parte del campo, facendo dei rossoblu un solo boccone a causa della loro manifesta inferiorità. Una prova davvero imbarazzante, quella del Cagliari, dove solo Cragno e Bellanova si sono guadagnati la pagnotta. Non c’è mai stata storia, la supremazia dei nerazzurri è stata in tutto e per tutto. Quello visto al Meazza è un Cagliari che rispecchia in pieno la propria classifica.
Mentre le concorrenti nella lotta per la salvezza se la giocano anche con le cosi dette grandi (vedi il Venezia con la Juventus), i cagliaritani non sono in grado neppure di provarci. Se il presidente Giulini vuole mantenere la serie A, cosa che diventa sempre più difficile, deve trovarsi pronto all’apertura del mercato il 7 gennaio a fare subito almeno quattro o cinque acquisti di peso. Che siano però acquisti decisi a sposare la causa e pronti subito a dare il loro contributo per una svolta immediata. Guai aspettare i saldi di fine mercato quando si pescano solo pacchi paurosi. L’esperienza dovrebbe insegnare, si capirà subito se Giulini intende fare sul serio o se, come si mormora, intende accettare supinamente la serie inferiore per poi fare piazza pulita e ripartire da lì.
La partita del Meazza è stata l’emblema dell’arrendevolezza di questo Cagliari. Mazzarri ha messo subito le carte in tavola al fischio di inizio, piazzando un pullman davanti alla porta di Cragno e facendo capire ai suoi che sarebbe dovuto essere difesa ad oltranza e improvvise sortite in avanti. Lo schieramento scelto è il 5-3-2, al diavolo i moduli più offensivi (si fa per dire) che casa Mazzarri altre volte ha proposto. Con le barricate – per scelta e per imposizione – è stata fatta l’ammissione della propria inferiorità, la rinuncia a giocarsela davanti a cotanto avversario.
È stato un calvario, i nerazzurri hanno fatto il bello e cattivo tempo. Per due volte il Cagliari si è affacciato dalle parti di Handanovic, una in maniera pericolosa con Joao Pedro in tuffo di testa. Per il resto un monologo interista, ma una sola la rete di Lautaro Martinez, che si permette anche il lusso di farsi parare un rigore da Cragno. Il secondo tempo è per i Quattro Mori ancora peggio. La differenza fra le due squadre è stata abissale, perfino mortificante per il Cagliari. Un tiro al bersaglio contro i resti del pullman disposto da Mazzarri e demolito in corso d’opera da Lautaro e da un Barella, che visibilmente senza accanirsi, ha deliziato la platea. Solo Cragno salva la faccia facendo gli straordinari. L’Inter ne fa altri tre in tutta scioltezza, le occasioni fioccano e solo l’imprecisione interista, unita ai miracoli di Cragno (11 parate decisive), evitano al Cagliari un’avvilente Caporetto. Ma siamo lì, l’Inter ha giocato con i rossoblu come il gatto col topo, facendo fare ai sardi una figura davvero barbina. Mazzarri alla fine, con la coda fra le gambe, ha detto che niente gli è piaciuto di questa partita, che i suoi hanno perso senza attenuanti, senza mai vincere neppure un contrasto. Passivi in ogni settore del campo, incapaci di reagire. Brutto segnale, nella squadra non c’è testa e neppure gambe. Anche Mazzarri sembra ormai impotente, finora è stato un fallimento totale.
INTER (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Dumfreis (73 Dimarco), Barella, Brozovic (73 Vidal), Calhanoglu (77 Sensi), Perisic (84 Zanotti); Lautaro (73 Satriano), Sanchez. (all: Inzaghi)
CAGLIARI (3-4-2-1): Cragno; Caceres (71 Zappa), Godin, Carboni (83 Obert); Bellanova (83 Oliva), Deiola, Grassi (59 Lykogiannis), Dalbert; Marin, Joao Pedro; Keita Baldè (71 Pavoletti). (all: Mazzarri)
Arbitro: Marchetti
RETI: 29 Lautaro, 50 Sanchez, 66 Chalanoglu, 68 Lautaro.
L.On