Il lunedì successivo alla Domenica delle Palme, detto “Lunissanti”, cominciano i riti della Settimana Santa di Castelsardo. Le origini di questa manifestazione, unica nel suo genere e molto sentita dai castellanesi, risalgono alle Sacre rappresentazioni medievali. Durante la processione sfilano i “misteri”, i simboli della Passione di Gesù, ma questo momento richiama in qualche modo anche ai riti che celebravano l’arrivo della primavera. All’alba del 25 marzo è prevista una messa nella Cappella di Santa Maria a cui partecipano gli apostuli vestiti con le tuniche bianche (scelti tra i membri della Confraternita dell’Oratorio di Santa Croce) e li cantori (componenti dei tre “cori”, a quattro voci, ognuno dei quali prende il nome dei brani che interpreta: lu Miserere che porta un teschio, lu Stabat che porta un busto di Cristo e lu Jesu con un Crocifisso). La successiva processione si dirige verso la Basilica di Nostra Signora di Tergu dove verranno offerti alla Madonna i Misteri della Passione di Cristo. Al termine della messa i partecipanti sostano e pranzano nei prati antistanti l’edificio. In serata il corteo si sposta da Tergu a Castelsardo, dove è atteso da una grande folla. Le luci dei lampioni del borgo vengono spente mentre i confratelli e consorelle illuminano con le loro candele, li fiaccoli, il percorso tra le strette vie della cittadina. È la processione de la “Notti Santa”. L’atmosfera è senza dubbio suggestiva. Il rito si conclude nella Cappella di Santa Maria, dove aveva avuto inizio, con una funzione religiosa. Giovedì Santo si tiene invece La Prucissioni. Anch’essa affonda le sue radici nel Medioevo e ricorda la ricerca da parte della Madonna (Maria di lu Pientu) del figlio agonizzante e il drammatico incontro tra i due. Cristo è rappresentato da una statua di legno (Lu Crucifissu) che risale al 1300, una delle più antiche dell’Isola. Venerdì Santo si celebra invece il rito de Lu Scravamentu, la rappresentazione della deposizione di Cristo dalla croce, preceduta da una solenne processione con la Madonna Addolorata che parte dalla Chiesa di Santa Maria fino alla Cattedrale. Una volta tolti i chiodi e le spine di Cristo vengono mostrati ai fedeli e offerti alla Madonna. Il rito termina con la distribuzione dei fiori benedetti al contatto con il corpo di Cristo.
La città Antico borgo medievale situato nel Nord della Sardegna, nel Golfo dell’Asinara, l’abitato di Castelsardo si arrampica su un promontorio che domina il mare. Il castello in cima all’abitato venne edificato dai Doria nel XII secolo. Il centro storico con le sue vie strette e di pietra che si inerpicano fino alla parte più alta della città ha conservato tutto il suo antico fascino. Da visitare la cinquecentesca Cattedrale dedicata a Sant’Antonio Abate, con il suo caratteristico campanile in maioliche colorate. Al suo interno il prezioso retablo realizzato dal “Maestro di Castelsardo”. Sede della Confraternita di Santa Croce è la Chiesa di Santa Maria delle Grazie che custodisce la Pieddai, una statua della Madonna in legno policromo raffigurante la Madonna, e crocefisso, anch’esso ligneo del “Cristo Nero”, come detto il più antico della Sardegna. Da visitare anche l’Episcopio che nel 1500 fu sede vescovile
L’area di Castelsardo è interessante anche dal punto di vista archeologico: numerosi i nuraghi e le domus de janas che si trovano nei dintorni. Tra le domus de janas più note quelle che si trovano all’interno della cosiddetta Roccia dell’Elefante (nella statale 134 tra Castelsardo e Sedini), monumento naturale di andesite e trachite con la forma di un grosso pachiderma seduto. Rocce antiche e scogliere a picco sul mare caratterizzano quindi la costa nei dintorni della cittadina, tra le spiagge e le cale più interessanti: la Marina, lu Bagnu e Punta Tramontana. Dalla litoranea che collega il borgo a Porto Torres è possibile scorgere la Torre di Frigiano, nei pressi dell’omonimo porticciolo turistico, costruita nel XVI secolo dagli spagnoli.
Per informazioni turistiche sulla città: www.castelsardoturismo.it
Lucilla Fanelli