Considerare Alghero solo una meta per le vacanze estive è riduttivo. La città catalana offre infatti tesori e suggestioni tutto l’anno. Uno degli appuntamenti da non perdere è proprio quello legato ai riti della Settimana santa (Setmana santa), tra i più affascinanti dell’Isola, organizzati dalla Confraternita della Misericordia (o dei Germans Blancs) con l’ausilio di altre Confraternite catalane e algheresi e la collaborazione del Comune.
Il primo giorno di celebrazioni, il venerdì di Passione, (quello precedente la domenica delle Palme, con la processione dalla chiesa della Misericordia alla Cattedrale e la benedizione delle palme), si svolge la processione dell’Addolorata (Processó de Nostra Senyora de les Set Dolors) che parte all’imbrunire dalla chiesa di San Francesco e si snoda per le vie del centro storico. Protagonista il simulacro della Madonna dei Sette dolori. Le donne per l’occasione sfilano con in mano delle fiaccole rosse, i farols.
Martedì Santo (26 marzo) si svolge invece la Processione dei Misteri (Processò dels Misteris): sei statue che rappresentano rispettivamente Gesù nell’orto degli ulivi, la flagellazione, l’incoronazione di spine, Gesù che porta il fardello della Croce, il Cristo Crocifisso e Maria Addolorata, vengono portate a spalla dalla chiesa di San Francesco alla cattedrale di Santa Maria.
Il Giovedì Santo si svolge la cerimonia de Las Cerques. Partendo dalla chiesa la Misericordia gli uomini dell’omonima Confraternita portano una delle statue della Madonna dei Sette Dolori di chiesa in chiesa alla disperata ricerca di Gesù. La ricerca non ha esito positivo e così Nostra Signora dei sette dolori viene riaccompagnata alla Misericordia. Dalla stessa chiesa si muove una processione che accompagna il simulacro seicentesco di Cristo fino alla Cattedrale. È il momento del rito dell’alburament: i confratelli della Miserisordia innalzano solennemente il Santcristus sull’altare. Comincia la lunga veglia. Nel pomeriggio del Venerdì Santo in Cattedrale si celebra la “missa fugi fugi”, o dell’adorazione della Croce. La sera le celebrazioni raggiungono il momento più drammatico: dalla Misericordia parte una processione fino alla cattedrale di Santa Maria. Vengono trasportate le tenaglie, il martello e le scale che servono a due dei quattro “Barons” per schiodare Gesù dalla croce. Sfilano anche le statue di San Giovanni e dell’Addolorata. Con loro il Bressol (culla), la bara in stile barocco, in cui verrà deposto il corpo di Cristo. Il corteo arriva in cattedrale. Qui il sacerdote recita un sermone che, con ritmo cadenzato, ripercorre le tappe della vita di Gesù. Arriva quindi il momento più intenso dei riti, il Desclavament, la deposizione del corpo di Cristo. Il simulacro, adagiato sul Bressol, viene portato in processione per le strade cittadine illuminate dalle fiaccole e dai lampioni ricoperti con tessuto rosso. È notte quando il corteo arriva nell’Oratorio della Misericordia.
La mattina della domenica di Pasqua, dopo la veglia del sabato, dalla chiesa di San Francesco e da quella della Misericordia si muovono due processioni: la prima accompagna la Vergine, la seconda il Cristo trionfante. La folla è in festa, in aria risuonano i colpi dei fucili caricati a salve e dei mortaretti. Le due statue si incontrano al suono delle campane e, dopo un reciproco inchino, si muovono verso la Misericordia accompagnate dalle corporazioni cittadine. Qui è celebrata la messa pasquale in catalano e viene distribuito il pane benedetto.
La città La capitale della Riviera del corallo si distingue per la sua storia caratterizzata da un lungo periodo di dominazione catalana di cui restano tracce profonde nella lingua: la variante del catalano parlata ad Alghero è oggi riconosciuta come lingua minoritaria. Il territorio algherese in realtà è frequentato fin dal Neolitico mentre il primo nucleo dell’attuale cittadina venne edificato all’inizio del XII secolo per volere della famiglia genovese dei Doria. La sua posizione strategica nel Mediterraneo attirava naturalmente diversi interessi: la stessa Repubblica di Pisa tentò di sottrarla ai genovesi e ci riuscì per un anno (il 1283). Tornata ai vecchi padroni la città divenne catalana a partire dal 1354 quando, dopo un lungo assedio, venne presa dal re d’Aragona Pietro IV il Cerimonioso. Nel tempo, L’Alguer venne popolata da nuovi abitanti che arrivavano dalla penisola iberica. La dominazione catalana si spinse fino al XVIII secolo, nel frattempo furono edificate delle mura a difesa di questa importante roccaforte, opere che ancora oggi caratterizzano in maniera forte l’abitato. Suggestivi i camminamenti che corrono lungo la cinta muraria: dalla Torre di Porta di terra (con al suo interno un percorso multimediale), passando per la Torre di San Giovanni fino alla Torre di Sulis che, con i suoi ventidue metri di altezza, domina sull’omonima piazza. C’è poi la torre ottagonale di San Giacomo, non lontano dai Bastioni dedicati a Cristoforo Colombo e Marco Polo. E ancora: la Torre della Polveriera, la Garita Reial (Torre della Lanterna), la cosiddetta Madonnina o Torre di Sant’Elmo. Non lontano il porto turistico, animatissimo nelle notti estive. Percorsa la scalinata che conduce a Porto Salve si arriva invece alla piazza Civica, cuore pulsante della città con le architetture tipiche del periodo gotico catalano ben rappresentate dal Palazzo de Ferrara, abitato un tempo dai governatori della città e, nelle occasioni ufficiali, dai reali. Sulla stessa piazza affacciano il palazzo della Dogana e la Casa della Ciutat.
La Plaça Civica è un buon punto di partenza per scoprire gli scorci più suggestivi di questo borgo ricco di storia. Lungo le tipiche vie acciottolate si possono scorgere stili e architetture diversi, gotico catalani, argonesi, rinascimentali. Nel 1720 la città passò ai Savoia, nacquero allora edifici con elementi barocchi, neoclassici e rococò. Lo stile gotico catalano è invece ben visibile nella via Sant’Erasmo. Suggestiva anche la via Carlo Alberto (nota come Carrer Mercaders, o via dei mercanti) e il suo Palazzo Guillot. Sulla questa strada è possibile ammirare la chiesa di San Francesco (XIV secolo), con forme gotico catalane e rinascimentali. Poco più avanti la Chiesa di San Michele, patrono della cittadina. Decisamente interessante anche la Misericordia che risale al XVII secolo, al suo interno si trova il Santcristus, simulacro ligneo simbolo della Settimana Santa. Da vedere anche l’ex chiesa della Madonna del Rosario oggi sede del Museo Diocesano d’arte sacra e quella del Carmelo (che risale al Seicento) nei pressi della torre di San Giacomo. C’è poi la Cattedrale di Santa Maria, in via San’Erasmo, con bellissime decorazioni in stile gotico. Fuori dalle mura si trovano invece delle splendide ville i stile liberty realizzate tra il XIX e il XX secolo come la Villa del Conte Sant’Elia.
Le proposte e le possibilità per chi intende trascorrere un soggiorno ad Alghero sono numerose. Un buon punto di partenza per orientarsi su dove mangiare e dormire è sicuramente il portale https://www.alghero-turismo.it nel quale è possibile trovare molti indirizzi di alberghi, B&B, agriturismo, ristoranti e trattorie che offrono ottimi menu.
Lucilla Fanelli