Dall’8 marzo le donne del Sulcis affette da patologia immuno-reumatica iniziano uno sciopero della terapia ad oltranza e un presidio permanente presso la sede della direzione generale della Asl 7 di Carbonia. Obiettivo, la realizzazione di un centro reumatologico strutturato. A guidare la protesta è l’Asmar, l’associazione sarda dei malati reumatici.
La Sardegna è la regione con la percentuale più elevata di pazienti affetti da malattie reumatiche. Secondo l’associazione “Dalle indagini Istat il 23% dei sardi è affetto da artriti e artrosi e l’8% da osteoporosi, contro una media nazionale rispettivamente del 18 e del 5%”.
“L’Isola ha un sistema di assistenza reumatologica sottodimensionato – denuncia l’Asmar – Non esiste una sola struttura ospedaliera di reumatologia, non esistono protocolli di screening e di valutazione clinica per la diagnosi precoce e non è mai stato effettuato uno studio epidemiologico regionale”.
A fronte di un migliaio di pazienti cronici assistiti nel Sulcis, l’Asmar ricorda che sono disponibili “una specialista reumatologa in ruolo e una a contratto, mentre il personale infermieristico è in prestito e i locali sono assolutamente insufficienti e inadeguati. Una situazione di assoluta precarietà – insiste l’associazione – dove i malati navigano nella totale incertezza”.