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Sardinia Green Island, una giornata di incontri. Domani la protesta sbarca in Fiera durante il comizio di Bersani

Ci saranno anche lavoratori della Sardinia Green Island domani alla fiera di Cagliari, scelta da Bersani come tappa nell’isola. “La politica si deve occupare di noi – attaccano i sindacalisti Marco Nappi (Femca Cisl) e Giampiero Manca (Rsu Filctem Cgil) – La Regione latita e non risponde ai nostri appelli. Abbiamo chiesto la riconvocazione di un incontro per trovare una soluzione alla nostra vertenza ma regna il silenzio”.

Giornata di incontri anche quella di oggi. Prima alle 10:30 una delegazione è stata accolta alla conferenza dei Capigruppo in Consiglio regionale. Subito dopo sono stati convocati da Giorgio Oppi, coordinatore regionale dell’Udc. Alle 12:30, invece, i lavoratori incontrano a Macchiareddu l’ad dell’azienda di Assemini Alberto Scanu. Intanto la protesta prosegue e hanno patito il freddo per la seconda notte i tre operai arroccati a 50 metri di altezza sopra un silos. All’interno dell’azienda di Macchiareddu, ex Ineos, è sempre attivo il presidio permanente dei 90 lavoratori a rischio licenziamento. “Siamo qui al gelo di questo inverno rigido e la Giunta regionale non rispetta gli accordi presi ed è assente – ha spiegato all’ANSA, dalla cima della torre, Giampiero Manca, Rsu, Filctem-Cgil – le nostre mogli ci hanno portato le zeppole calde, è dura, per ripararci non abbiamo che un telone, ma non molliamo, c’è in ballo il nostro futuro”.

Ieri mattina, uno dei tre operai ha minacciato di buttarsi giù in segno di protesta contro l’immobilismo della Regione. Per cercare di calmare gli animi è salito un rappresentante della Rsu Filctem-Cgil, Giampiero Manca, e la situazione si è tranquillizzata. La tensione resta comunque alta.

“Siamo preoccupati – aveva dichiarato Manca – il Silos è pericolante e per ripararsi da gelo, pioggia e vento hanno solo un tendone, ma la disperazione è troppa, il licenziamento, se non si interviene, è dietro l’angolo”.

I 90 dipendenti dell’azienda di Macchiareddu sono da quattro anni in cassa integrazione e ora rischiano il licenziamento. La protesta è stata decisa stamattina durante l’assemblea dei lavoratori, che hanno deciso anche di occupare lo stabilimento per la terza volta. L’assemblea è stata convocata dalle sigle sindacali e dalla Rsu, all’indomani dell’incontro nella sede della Regione disertato dai rappresentanti della Giunta e dallo stesso presidente (presente solo l’assessore dell’Industria, Alessandra Zedda).

L’azienda – rilevata nel 2010 dall’imprenditore e presidente della Confindustria sarda Alberto Scanu – ha infatti deciso di ricorrere al Tar contro il mancato rispetto degli accordi i presi con la Regione a giugno, che riguardano l’autorizzazione alla realizzazione di un impianto da 250 milioni di euro a Vallermosa e che garantisce il mantenimento dei livelli occupazionali. “Vediamo come la politica alla vigilia dalle elezioni riesce a risolvere il nostro dramma”, dicono i rappresentanti di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uilcem Uil e Rsu, Giampiero Manca, Marco Nappi e Tore Sini. “Abbiamo già occupato lo stabilimento per 55 giorni – ha aggiunto Manca – e siamo disposti a lottare a oltranza per difendere il nostro posto di lavoro”.

Sul caso dei 90 lavoratori da 49 mesi senza lavoro e con la cassa integrazione scaduta da tre settimane, è intervenuto anche il responsabile provinciale di Fortza Paris, Massimo Carboni. “Lancio un appello ai coordinatori delle varie forze politiche e ai rappresentanti in Consiglio regionale perché attraverso i consiglieri spingano la Giunta Cappellacci a farsi carico del dramma dei lavoratori. La Regione deve dirci cosa impedisce l’avvio del progetto per la realizzazione di un impianto per la produzione di pet pellicole per alimenti, aggiunto ad un nuovo sistema per la produzione di energia elettrica da fonti alternative”.

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