Alla fine è stato il verbo “volare” il tema portante che ha chiuso la ventottesima edizione del Premio Letterario dedicato a Giuseppe Dessì. Volare per emigrare, volare tra le nuvole a raggiungere la propria identità, volare per sentire il proprio respiro, sentirsi vivi. Stando sempre in equilibrio, come il pezzo cantato dall’ottima Ilaria Porceddu, reduce dal secondo posto nella categoria giovani del Festival di Sanremo.
Cambiata all’ultimo la location – la palestra della scuola media n° 2 invece della piazza del municipio – a causa di previsioni meteo infauste eppure risultate errate, oltre duecento persone si sono ritrovate a seguire un evento importante della letteratura nazionale. Una serata iniziata in ritardo che però non ha scoraggiato il pubblico accorso. Viceversa ha messo un po’ di fretta alla presentatrice Natasha Lusenti, spesso ritrovatasi in momenti di grande imbarazzo. A darle manforte però la voce e l’abilità pianistica di Ilaria Porceddu che ha aperto la serata con la delicata “Vola via”.
Quindi i ringraziamenti del presidente della Fondazione Giuseppe Marras e gli annunci del sindaco Teresa Pani: il Mulino Cadoni si doterà a partire dei prossimi mesi della Pinacoteca con le opere di Giuseppe Dessì, e la Fondazione riuscirà a mettere in piedi il progetto di un cofanetto dedicato alle sceneggiature dell’autore di “Paese d’ombre”.
Le opere finaliste erano sei, tre per ciascuna delle sezioni del Premio. In quella dedicata alla poesia il premio Monte Linas è andato al saggista e poeta Enrico Testa, autore de “L’Ablativo”. L’autore però non è parso capacitarsi subito della situazione. Un momento d’imbarazzo generale che la presentatrice ha teso a spezzare con la sua vivacità. Chiamato però a leggere le sue poesie e a rispondere ad alcune domande della giuria del premio, si è trovato intimidito e desideroso di tornare a sedersi quanto prima. Il vincitore della categoria però è stato Giampiero Bona, scrittore e drammaturgo classe 1926, che ha convinto i giurati con la raccolta “Serenate per l’angelo”, una serie di settantaquattro serenate dove Bona racconta la necessità di liberarsi , di volare, di sentire il proprio respiro a contatto con il mondo. L’angelo presente in queste poesie vive in precario equilibrio tra la vita e la morte.
Seppur coinvolti da “L’ultimo ballo di Charlot” di Fabio Stassi che racconta la genesi del fenomeno Charlie Chaplin, il premio letterario per la narrativa è andato al saggista Giuseppe Lupo, autore de “Viaggiatori di nuvole”. Scritto come fosse una favola, è un romanzo lirico e visionario che richiama ai poemi cavallereschi secenteschi, con una importante ricerca linguistica intesa al recupero dell’identità di ciascun individuo. “La narrativa deve essere un grande incanto, dove la fantasia possa volare. Per questo ho scritto un romanzo in qualche modo storico, che ci ricorda momenti del quindicesimo secolo ma con un tono molto ispirato, che avesse la capacità di far sognare il lettore” ha dichiarato l’autore.
Il finale della serata è stato a favore dei premi speciali. Quello della Fondazione Giuseppe Dessì è andato Pinuccio Sciola per la sua capacità di elevare la figura umana attraverso le sue opere e per la riscoperta dell’armonia arcaica del creato. Al lungo applauso del pubblico, Sciola ha risposto con fastidio e irritazione stupendo i presenti in sala e mettendo a disagio anche la paziente gentilezza della presentatrice. Dopo aver sollevato una inutile polemica sull’acustica della palestra e aver dato un pessimo spettacolo nel ricevere il premio, si è convinto a far sentire qualche secondo musicale dalle sue pietre magiche.
Di tutt’altro tenore l’atteggiamento di Philippe Daverio, premiato dalla giuria per la sua storia di critico e saggista d’arte, autore e conduttore televisivo, opinionista per diversi mensili e settimanali, promotore di fondazioni a scopo culturale, intellettuale dai gusti e dai comportamenti raffinati e trasgressivi. Ha avuto un importante ruolo nella diffusione dell’arte in Italia e questo è stato riconosciuto dalla giuria come un valore meritevole di onoreficienza. Daverio ha intrattenuto il pubblico con diversi aneddoti sul suo passato lavorativo, sulla Sardegna terra di uomini straordinari capaci di andare nel profondo della Terra e di scovarne armonie e suoni autentici, sui suoi viaggi, dialogando amabilmente con la presentatrice Natasha Lusenti, rinfrancata dopo i momenti complicati con Sciola. A chiudere, Ilaria Porceddu ha eseguito il suo brano sanremese permettendo al pubblico di iniziare a sfollare lentamente.
Simone Spada