La varietà della Vernaccia rischia di scomparire: nasce un nuovo blend coi rossi sardi per provare a rilanciarla e salvarla

di Andrea Tramonte

Un blend con due Vernacce – una giovane e un’altra con vent’anni di invecchiamento in botti di castagno – tagliate con rossi sardi come Cannonau, Carignano e Cagnulari. Si tratta di una novità assoluta, un progetto che serve a dare una nuova chance al vitigno dell’Oristanese che vive un problema non da poco: la qualità dell’uva – e dei prodotti derivati – è altissima ma le vendite non sono sufficienti. Le coltivazioni sono sempre meno e il rischio è che questa varietà – che cresce solo nella penisola del Sinis – rischi di scomparire in futuro: abbandonata per la poca remuneratività.

Per provare a invertire la tendenza nel 2021 ha preso il via un progetto di ricerca chiamato Prinveor, che – attraverso la collaborazione tra l’azienda di Silvio Carta, l’Università di Cagliari, l’impresa agricola Mario Perra e Lm Consulting di Sassari – ha permesso di creare il blend Kusidura: la “cucitura”, letteralmente, tra i più importanti rossi sardi insieme alla Vernaccia, un bianco ossidativo. Attraverso questo mix si cerca di dare una spinta al vitigno per sopravvivere nel mercato. “Un mix che può sembrare avveniristico – spiegano – ma che nella sua complessità risulta ben bilanciato e armonico e, a giudicare dai primi test, sta dando ottimi risultati in termini di apprezzamento”.

La Vernaccia è un prodotto riconosciuto e premiato a livello internazionale. Già Gran medaglia d’oro in Canada (unico vino Italiano), Medaglia d’oro in Germania, Inghilterra e Giappone, primo vino della Sardegna a fregiarsi della Denominazione di origine controllata nel 1971, quest’anno la Vernaccia di Oristano Doc Riserva 2004 Silvio Carta ha vinto il premio come miglior bianco @5starwines con il punteggio di 96/100 al Vinitaly. Ma sono lontani i tempi in cui i bar in Sardegna richiedevano dai trecento ai cinquecento litri in media a settimana. “Questo progetto è un modo per provare a promuovere e far conoscere la Vernaccia in contesti differenti – dice a Sardinia Post Alberto Mason, export manager dell’azienda Silvio Carta -: per non far morire questo vino, difficile da collocare, dalla gradazione alcolica naturale elevata ma di qualità altissima, unico al mondo. Oggi ce n’è sempre meno, coltivato in pochi ettari. Molti lo hanno espiantato proprio per ragioni di mercato, per vitigni più remunerativi”. Mason nelle prossime settimane sarà impegnato in un tour europeo per presentare la bottiglia e continuare a raccogliere commenti e feedback, che saranno valutati e studiati all’interno del team dell’azienda. Sul mercato il vino arriva tra qualche giorno, in 3-4mila bottiglie. “Un prodotto che uscirà comunque in fascia premium e seguirà la sua fetta di mercato di nicchia – spiega -. La Vernaccia è comunque un vino che va raccontato e spiegato”. Elio Carta, ceo dell’azienda di Baratili e figlio del fondatore, ha sottolineato il valore del vino e il suo legame con il territorio: “Non possiamo abbandonare la nostra storia dobbiamo salvare questo vitigno che magari fra venti o trent’anni, se non prima, potrebbe tornare a vendere in modo sorprendente”. “Internazionalizzare i vini sardi – ha aggiunto – vuol dire non solo divulgare i prodotti, le vicende e la filosofia di un’azienda ma anche tutto ciò che è Sardegna con la sua cultura e la sua storia millenaria”.

Un ruolo fondamentale nello sviluppo del prodotto lo ha avuto il Dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente l’Università di Cagliari. Come ha spiegato Alberto Angioni, docente di Chimica degli alimenti e responsabile del progetto di ricerca, “Sono state investigate le caratteristiche chimiche, microbiologiche e organolettiche delle uve e dei vini vernaccia per ottenere il miglior blend con i rossi che portassero a un prodotto unico di elevata qualità. Gli studi hanno permesso di evidenziare le caratteristiche di salubrità e le aromaticità peculiari e uniche del vino “Kusidura””. Il vino è stato sottoposto a un’indagine di mercato a cura della Lm Consulting che, come ha illustrato il ceo Antonio Lorenzoni, ha coinvolto esperti e consumatori attraverso focus group per degustazione e confronto con prestigiosi vini internazionali, nazionali e regionali di fascia super premium. Nonostante l’ardua comparazione, il riscontro è stato decisamente positivo. Anche l’indagine svolta al Vinitaly ha mostrato ottimi risultati di gradimento sensoriale.

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