LA STORIA/ Paolo Savoldo: “Nel Mandrolisai una vendemmia da dimenticare”

“Abbiamo perso tutto, il 90 per cento del raccolto è compromesso: la pioggia, la grandine e il proliferare dei parassiti hanno aggredito i filari, un disastro”. E’ il commento sconsolato di Paolo Savoldo, titolare della cantina Fradiles di Atzara, nel Mandrolisai, territorio della Sardegna centrale storicamente vocato alla viticoltura e che dà il nome alla doc, un uvaggio composto da Bovale, Cannonau e Monica. “Qui nella zona giusto qualche produttore è riuscito a salvare fino al 40 del raccolto, ma per la maggior parte sono lacrime amare”. Nel suo vigneto, come in tanti altri, lo scenario è desolante: rami e foglie secche e ingiallite. E sono pochi i raspi con qualche acino ancora sano. Un danno enorme alla produzione, decimata.

“Gli anziani del paese non ricordano un’annata così brutta”, racconta all’ANSA. Il maltempo si è abbattuto per due anni di seguito su questo territorio. “Lo scorso anno erano state la gelata di fine aprile e la siccità, quest’anno ci aspettavamo una buona stagione, i grappoli erano belli, poi se li è portati via la malattia”. Una sorte condivisa da tanti vicini di vigna. “Qui nessuno o quasi vendemmierà – dice il produttore – se riusciamo a salvare il 10 per cento delle uve è tanto. Mi auguro di poter almeno imbottigliare una delle due etichette di punta della nostra linea di vini, il Fradiles, mentre sarà molto difficile per il Bagadìu, il richiestissimo Bovale in purezza”. Una triste constatazione quella derivata dai numeri bassissimi del raccolto, anche alla luce di nuove prospettive di esportazione del prodotto. “Ci stiamo facendo conoscere – spiega Savoldo – in quattro anni siamo passati dal 7 al 40 per cento di export e con mercati interessanti: New York, California, Giappone. Quest’annata poteva essere quella del decollo agognato. Non è andata così”. Dal 2003 la cantina produce bianchi e rossi sempre più apprezzati e premiati nei concorsi internazionali. “Amo il mio territorio, l’enologia – confessa – E’ una grande emozione e una soddisfazione far conoscere Atzara, attraverso i vini, nel mondo”.

Non c’è solo il danno al patrimonio vitivinicolo ma anche alla risorsa turistica ad esso collegata. “In autunno organizziamo i tour per far conoscere i nostri storici vigneti, vecchi anche di 100 anni, e far assaggiare i nostri vini, ma quest’anno è una desolazione”. Visite guidate in un paesaggio di straordinaria bellezza, quando la campagna si tinge dei colori di fine ottobre. “In agricoltura è così – sottolinea il produttore – c’è sempre il fattore tempo. Ora bisogna rimboccarsi le maniche, farsene una ragione ma anche fare tesoro di questa esperienza per affinare sempre più le tecniche di prevenzione. Forse avremmo dovuto fare di più, ma una annata così chi se la aspettava?”. Ottimismo e passione non vengono meno. “La natura riserva sempre delle piacevoli sorprese. E ci auguriamo che nonostante i numeri residui, sia salvaguardata la qualità che contraddistingue il Mandrolisai”. (ANSA).

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