Arriva il momento delle polemiche anche a Terralba, nell’Oristanese, dopo i giorni della paura, con un pezzo del paese allagato e off-limits per l’esondazione del rio Mogoro che ha provocato danni ingenti ancora da quantificare.
“Non è vero che non vogliamo il piano stralcio delle fasce fluviali – dicono il sindaco Pietro Paolo Piras e gli assessori della sua Giunta – anzi, lo vogliamo subito, ma non quello della Regione, che vincola tutto il territorio senza fondamento solo per eccesso di precauzione”.
Respingono sdegnati l’accusa, circolata anche e soprattutto sui media nazionali, di aver anteposto, cittadini e amministrazione, gli interessi economici a quelli della sicurezza.
Al piano della Regione, che dichiara di fatto tutto il paese, centro abitato e campagne comprese, al massimo rischio idrogeologico salvando dai rigidissimi vincoli previsti solo l’area della chiesa di San Ciriaco, il Comune di Terralba contrappone quello commissionato a una società privata che delimiterebbe invece con grande rigore scientifico le aree effettivamente a elevato rischio idrogeologico, svincolando quelle dove il rischio, se pure c’è, è comunque minimo. “La natura lunedì ha dato ragione al nostro Piano e smentito quello della Regione, perché l’esondazione è avvenuta proprio nel punto previsto dal nostro piano e non in quello indicato dal piano della Regione”, ha aggiunto il sindaco annunciando che martedì l’Autorità di Bacino dovrà decidere sull’adozione del Piano e auspicando che il Piano del Comune possa essere valutato da tecnici al di sopra delle parti.