Flotilla, 22 italiani fermati. Meloni: “Al lavoro per riportarli a casa”. Tajani: “Sono in buone condizioni”

Roma, 2 ott. (Adnkronos) – “Al momento sarebbero 22 gli italiani (che si trovavano a bordo della Flotilla, ndr) fermati. Continuiamo a monitorare la situazione”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nelle Comunicazioni alla Camera sui recenti sviluppi della situazione nella Striscia di Gaza.

“Le operazioni di abbordaggio” della Flotilla “sono ancora in corso, noi le stiamo seguendo minuto per minuto, l’unità di crisi della Farnesina stanotte è stata in contatto anche con gli avvocati di alcuni degli imbarcati e ovviamente faremo tutto quello che possiamo perché queste persone possano tornare in Italia il prima possibile”, ha detto la premier Giorgia Meloni, arrivando al vertice della Comunità politica europea, a Copenaghen. “Continuo a ritenere che tutto questo non porti alcun beneficio al popolo della Palestina, in compenso mi pare di capire che porterà molti disagi al popolo italiano, lo stesso popolo italiano che ancora ieri veniva ringraziato dai palestinesi per il lavoro che sta facendo”, ha aggiunto.

“Ricordo che, per esempio, ieri siamo stati la prima nazione ad aprire un corridoio per i ricercatori. Ricordo che siamo la nazione non islamica che ha evacuato più persone da Gaza per essere curate nei propri ospedali e siamo una delle prime nazioni al mondo per consegna di aiuti”, ha rimarcato Meloni.

Il popolo italiano affronterà “nei prossimi giorni, temo, diversi disagi per una questione che mi pare c’entri poco con la vicenda palestinese e c’entri molto con le questioni italiane e del resto ce lo spiegano i sindacati, perché mi sarei aspettata che almeno su una questione che reputavano così importante non avessero indetto uno sciopero generale di venerdì, perché il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme”, ha detto ancora la premier.

“Come ampiamente annunciato, una volta in porto ad Ashdod i membri della Flotilla verranno identificati e fermati, per poi essere trasferiti nei giorni successivi con voli charter in Europa”, ha aggiunto Tajani evidenziando: “Secondo le informazioni disponibili, raccolte attraverso l’Unità di Crisi, che sta seguendo passo dopo passo la situazione, tutti nostri connazionali sono in buone condizioni”, ha evidenziato il vice premier.

“Già da venerdì potrebbero avvenire le prime partenze (degli italiani, ndr), soprattutto per chi accetterà di lasciare volontariamente Israele – ha dichiarato il ministro – Per chi rifiuterà l’espulsione immediata, sarà necessario attendere il provvedimento di respingimento dell’autorità giudiziaria israeliana, che potrebbe richiedere 48-72 ore”.

“Su mie istruzioni – ha proseguito Tajani – il consolato a Tel Aviv e il consolato generale a Gerusalemme assisteranno tutti gli italiani, sia al porto sia nelle procedure di rimpatrio. Già da questa notte i due consolati in contatto con i legali dei cittadini italiani imbarcati”.

Il ministro ha poi ricordato che “sin da prima della partenza della Flotilla, avevamo fatto tutto il possibile per segnalare i pericoli di questa iniziativa, ne avevo parlato a lungo con la portavoce, facendo appello al senso di responsabilità, ricordandole i gravi rischi insiti nell’operazione”. “Tutti i nostri appelli, , sono stati ignorati”, ha ribadito Tajani, assicurando che “continueremo a seguire minuto per minuto, attraverso l’Unità di Crisi e la nostra ambasciata a Tel Aviv, il proseguo delle operazioni, fornendo assistenza ai nostri connazionali in vista del loro rientro in Italia”.

“Ieri sera, quando le imbarcazioni erano ormai prossime alle acque di Gaza, la Flotilla è stata fermata dalle autorità israeliane. Gli abbordaggi sono stati pacifici e senza violenze e preparati da numerose misure di avvicinamento, partendo dalla nave madre Alma”, ha affermato.

“Secondo quanto appreso dalla nostra Ambasciata a Tel Aviv, la Marina israeliana ha impiegato più di 16 navi nell’operazione, che si concluderà nella giornata di oggi, per le precauzioni adottate per evitare incidenti. L’arrivo ad Ashdod richiederà ancora diverse ore di navigazione”, ha precisato il titolare della Farnesina.

“Sono sollevato dal constatare che le regole di ingaggio siano state rispettate e che fino a questo momento non si registrino atti di violenza o complicazioni nelle operazioni delle forze israeliane” per fermare la Flotilla ha sottolineato nelle sue comunicazioni alla Camera, durante le quali ha ribadito di aver avuto, mentre era già a Montecitorio, una nuova telefonata con il collega israeliano Gideon Sa’ar, “al quale ho chiesto ancora una volta garanzie per il trattamento dei nostri connazionali e mi è stato risposto in maniera affermativa”.

Parlando poi della situazione a Gaza: “Forse per la prima volta dopo due anni di conflitto drammatico, dopo immani sofferenze, si intravede un concreto spiraglio di pace. Certo non è il caso di nutrire illusioni premature”. “Voglio ringraziare anche tutti i parlamentari, compresi qualificati esponenti dei gruppi di opposizione, che hanno sostenuto queste iniziative umanitarie anche segnalandomi alcuni casi molto urgenti, persone gravemente malate che siamo riusciti a portare in Italia e ai quali stiamo garantendo tutta l’assistenza medica necessaria”, ha detto ancora.

“Sono certo che anche l’opposizione si riconosce e sostiene questi principi”, ha detto ancora Tajani illustrando alcuni dei principi del piano di pace per la soluzione del conflitto a Gaza. “Hamas deve essere disarmata e non deve avere alcun ruolo nel futuro di Gaza – ha elencato il ministro – Tutti gli ostaggi devono essere rilasciati, devono cessare i bombardamenti e le operazioni militari israeliane a Gaza, ’accesso di aiuti umanitari deve essere ripristinato, pieno sostegno al piano arabo per la ricostruzione di Gaza”. Tajani ha ricordato che nei numerosi incontri avuti a New York nei giorni scorsi “ho riscontrato la più ampia condivisione di questi principi, che rappresentano l’unica base credibile per arrivare a due Stati in grado di convivere in pace e sicurezza”.

Per il Parlamento e il Paese “è un dovere assoluto essere uniti” anche contro l’antisemitismo ha affermato quindi Tajani. Bisogna essere uniti, è il monito, nella “condanna, severa e concreta di ogni forma di antisemitismo, un mostro inquietante che si va riaffacciando nelle nostre società”. La politica estera di un grande Paese come l’Italia deve essere “condivisa. Come in tante altre occasioni anche oggi considero il confronto parlamentare non come un semplice riconoscimento delle richieste dell’opposizione, ma l’occasione per una riflessione, che deve essere comune, su un tema come la politica estera, sul quale una grande democrazia europea dovrebbe essere capace di non dividersi”.

Ok del governo alle due risoluzioni di maggioranza, presentate e no “alla risoluzione 6200 a firma Bonelli, Conte, Schlein ed altri” per la quale il parere del governo “è contrario. ad eccezione del capoverso numero 2 degli impegni su cui il parere è favorevole, subordinatamente alla cancellazione della parola ‘illegittimamente'”, ha fatto sapere in Aula Tajani, al termine della sua replica esprimendo il parere del governo sulle 5 risoluzioni presentate alla Camera, dopo le comunicazioni del ministro degli Esteri sul medio oriente. “Sulla risoluzione 6201, a firma Boschi e altri, il parere è favorevole e sulla risoluzione numero 6203 a firma Maggi, Della Vedova, il parere è contrario sulle premesse e sull’impegno quattro favorevole sulle restanti parti”:

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