Festival AnimaNera Mediterranea, buona la prima per la Big Band Orchestra Jazz nuorese

Buona la prima. Anche se in realtà è la seconda apparizione della Big Band Orchestra Jazz nuorese, dopo il Cala Gonone Jazz dello scorso anno, quella di ieri è apparsa come la presentazione ufficiale di questo nuovo progetto all’Eliseo di Nuoro. Una giornata importante per l’Orchestra Jazz nuorese e per il suo Teatro, che inizia a riprendere vita dopo un lungo periodo di stallo con una programmazione invernale diversificata e di ampio raggio. Musica, prosa, balletto, mostre e degustazioni, questa la ricetta proposta. E la risposta della città non si è fatta attendere. Il Teatro ieri si è ripreso il suo spazio con uno spettacolo per la città. Presente in sala anche il sindaco Alessandro Bianchi, il pubblico ha riempito la platea e tributato alla Jazz Band nuorese il suo gradito omaggio.

Sono varie le dinamiche che portano alla creazione della Big Jazz Band nuorese: un insieme di fattori che vede l’Associazione Intermezzo collaborare con Slow Food, unite alle maggiori istituzioni culturali. Il progetto Big Band Cala Gonone Jazz Project nasce nell’ambito dell’omonimo festival Jazz del centro estivo della provincia. Con il maestro Antonio Ciacca è stato possibile formare dei giovani ragazzi. Un tour de force ma fatto con intenti ben precisi: “La scelta di assemblare una classica Jazz Big Band è dovuta al fatto che oggi per i giovani jazzisti è quasi impossibile avere l’esperienza fondamentale che ha formato tutti i grandi maestri della storia del jazz: suonare in una Big Band […]”, dice Antonio Ciacca.

Il Festival AnimaNera Mediterranea, dunque, parte dalla voglia di riscatto con la musica importante, quella che guarda oltre i propri confini ma non dimenticando le proprie origini. Un esempio, il pezzo di apertura del concerto, i gosos sardi (di Island Christmas) rivisitati in chiave jazz dal direttore, Giampaolo Selloni. Un linguaggio che viene dall’America e incontra la cultura del centro barbaricino, capace di unirsi alla tradizione isolana, trovando punti in comune con i canti religiosi sardi. Sono unioni inaspettate, apparentemente impossibili, eppure concrete e perfettamente praticabili, dice il Direttore Selloni. Per tutto il periodo natalizio e postnatalizio, dunque, talenti ed artisti di altre parti del mondo diventano promotori di canti e sonorità tradizionali oramai diventati patrimonio culturale del mondo. È chiaro, però – anche senza connessioni dirette – come la lunga Scuola Jazz portata avanti in 25 anni da Paolo Fresu a Nuoro, abbia ormai rotto gli argini del confino in cui prima veniva relegato il Jazz. Dal centro della Barbagia, provando a dialogare col resto del mondo.
La CGJ Project di Nuoro ieri sera ha offerto un repertorio di brani classici del Natale come White Christmas, Santa Claus, Silent Night, Jingle Bells, ri-arrangiati dal Direttore Selloni, insieme ad All of me, Isn’it, For once in my life, Mary Christmas Baby dei vari Count Basie, Gerald Marks, Stevie Wonder, Rod Stewart. Ospite d’onore il gradito sassofonista nuorese Gavino Murgia, unitosi alla serata di ieri per due brani. Menzione particolare merita il giovane sax alto Elias Lapia, dalla tecnica notevole, e perfettamente a proprio agio sul palco, disinvolto con il repertorio Jazz Americano degli anni ’40.

Davide Fara

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