Fabio Volo superstar a Cagliari: “Racconto storie che appartengono a tutti”

Un’ovazione, al suo ingresso: l’emozione in sala è alle stelle, piovono applausi scroscianti, tutti i telefonini sono in aria per foto e video. Un ingresso da superstar ieri sera nell’aula magna della Facoltà di Lettere a Cagliari per Fabio Volo in tour nell’isola per la rassegna “Scrittori a piede Liberos” che lo porterà questa sera anche a Lunamatrona, Sassari ed Alghero.

Volo (pseudonimo di Fabio Bonetti) ha conquistato la fama come attore, sceneggiatore, presentatore radio e tv. E scrittore, soprattutto: i suoi libri hanno venduto in pochi anni sette milioni di copie, come dire che almeno un italiano su sei ne ha acquistato uno. Un successo strepitoso che ha generato migliaia di Volo-fan e simpatizzanti, da una parte, e un esercito di detrattori che passano il tempo a twittare e postare battutacce e prese in giro per lo scrittore con la terza media venuto dalla tv.

Chi ha ragione, le vendite da record dei suoi libri o le critiche di chi lo descrive un prodotto di massa costruito ad hoc che ruba spazio in classifica a Terzani e Camilleri? Ecco come la pensa il diretto interessato: “Si può davvero stabilire una la linea che separa i libri perfetti da tutto il resto? Per ogni autore considerato grande ce ne sarà sempre uno migliore. Leggere libri di evasione o più impegnati, capolavori assoluti o storie leggere non rendono l’uomo intelligente o stupido. La letteratura è un percorso, nessuno inizia da Dostoevskij o Joyce, e ho imparato che si possono leggere cose diverse senza sentirsi migliori o peggiori di altri. Chi passa la vita a criticare il prossimo non ha evidentemente altro modo per esprimersi, giudicano gli altri per affermare se stessi. Le polemiche e le prese in giro sul mio successo? Non mi interessano proprio”.

I libri di Fabio Volo, tutti editi da Mondadori a partire dal primo, “Esco a fare due passi” del 2000 fino all’ultimo, “La strada verso casa” uscito nell’ottobre scorso, raccontano storie familiari, odi e amori, passioni non lontane dal nostro quotidiano con uno stile pulito e semplice. “Fabio Volo ha talento, ha sempre delle storie da raccontare. Sa organizzare delle trame, e scusate se è poco”, scriveva Sciltian Gastaldi su Il Fatto Quotidiano di qualche mese fa. Concorda anche Nathan Ranga, blogger e libraia, che, dati di vendita alla mano afferma che “Fabio Volo ha capito quali sono i tasti giusti, è uno con la terza media che è venuto dal niente, ha lavorato, si è divertito. Fabio Volo sogna, pensa, vede quello che sognano, pensano, vedono tanti, troppi italiani. La responsabilità delle classifiche italiane è tutta nostra, di questo paese che affonda”.

Che ci creda davvero alle storie che racconta lo conferma lui stesso: se le vicende di cui parla sono inventate, reali sono le emozioni e le passioni che le animano. Affetti familiari, amicizia, conflitti, scelte di vita sono tutti suoi. “Com’è che ho iniziato a scrivere? Succede che dopo un po’ che leggi ti viene la presunzione di scrivere, e così ho cominciato a farlo”.

Le domande del pubblico incalzano: come ha risposto la famiglia a questo successo? “Vengo da Calcinate, vicino a Bergamo, da un quartiere popolare e da una famiglia povera: mio padre panettiere per dodici ore al giorno aveva come unico momento di svago la lettura domenicale di “Quattroruote”, mia madre leggeva “Grazia”, in questo ambiente mi sono appassionato ai libri solo da adolescente e grazie all’incontro casuale con Silvano Agosti. Inizialmente i miei vedevano le mie scelte con sospetto, poi si sono abituati al cambiamento, anche ad acquisti che per loro oggi sono assurdi, come una bottiglia di vino pregiata o un maglione in cachemere”.

Nella sua chiacchierata con il pubblico cagliaritano, organizzata all’interno del corso in Scienze della Comunicazione dell’Università, si destreggia con leggerezza e con grandissimo talento di comunicatore tra citazioni di Seneca, Pasolini, Michelangelo e Kierkegaard alle storie familiari, ricorda con serenità di non aver voluto studiare ma di essersi avvicinato da solo alla letteratura scardinando così un destino che sembrava per lui già segnato, le sue esperienze in tv e radio, scherza col pubblico e guadagna applausi e risate, si prende anche in giro da solo: “Qualche giorno fa tenevo una lezione all’università, io. Non è un paese meraviglioso?”.

Prima di andare via chiede cosa dovrà assaggiare di buono dalla Sardegna. “Cannonau e pecorino”, risponde qualcuno dal pubblico. A fine serata dovrà firmare gli autografi di rito, e sono decine e decine le persone in fila per una firma sul suo libro.

(Nella foto, Fabio Volo durante l’incontro a Cagliari, l’immagine è di Alec Cani)

Francesca Mulas

 

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