Sono 17 mila i ragazzi sardi tra i 18 e i 24 anni che nel 2023 hanno dichiarato di aver abbandonato la scuola. Il titolo di studio più alto che hanno conseguito è la licenza media ma successivamente a questa non hanno ottenuto altri diplomi e non hanno concluso corsi di formazione professionale.
L’Isola purtroppo ha il tasso di abbandono scolastico più alto d’Italia con il 17,3%, in forte aumento rispetto al 2022, quando ha fatto segnare il 14,7% e in leggera diminuzione rispetto al 2019, quando era il 17,7%. Questa analisi è stata elaborata dall’ufficio studi di Cgia che ha analizzato i dati di Eurostat e Istat.
“Il tema della povertà educativa, si legge nello studio di Cgia, è molto sentito nel Mezzogiorno, ma c’è anche una presenza altrettanto preoccupante in alcune aree geografiche del Nord – spiegano gli esperti -. È evidente che nei prossimi anni questi ragazzi faranno molta fatica a trovare un’occupazione di qualità e adeguatamente retribuita; le sfide lanciate dai cambiamenti epocali in atto – come la transizione ecologica e quella digitale – non potranno che relegarli ai margini del mercato del lavoro, mettendo in difficoltà anche le imprese, che faticheranno ancor più di quanto non stiano facendo adesso a reperire tantissime figure altamente specializzate che raggiungono queste competenze dopo aver conseguito un diploma presso un istituto professionale, un ITS o una laurea presso un politecnico”.
È importante sottolineare che, talvolta, la “fuga” dai banchi di scuola durante gli anni delle superiori può essere causata da una insoddisfazione per l’offerta formativa disponibile. In questo senso va sottolineato lo straordinario lavoro inclusivo svolto dagli istituti di Istruzione e Formazione Professionale sono diventate un punto di riferimento per gli allievi di nazionalità straniera e per gli studenti reduci da insuccessi scolastici precedenti.
Massimo Sechi