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Continuità territoriale, ecco come la Regione si è incartata

Grandi proclami. Pochi (e contraddittori) atti. Il pasticcio di Cappellacci nell’analisi di FULVIO DETTORI

A conclusione della gara per l’assegnazione delle rotte aeree in regime di continuità territoriale, il presidente Ugo Cappellacci (nonché, al momento, anche assessore regionale ai Trasporti) ha minacciosamente dichiarato che dal “prossimo anno” il costo delle compensazioni a favore delle compagnie aeree dovrà essere a carico dello Stato e non più della Regione.

Ai tanti problemi che il governo Letta affronta in questi giorni si aggiunge, quindi, quello di dover rapidamente ottemperare alle perentorie e non trattabili condizioni imposte dal presidente della Regione che è disposto a utilizzare le risorse regionali (più di 42 milioni di euro) solo per l’anno in corso.

I princìpi che disciplinano attualmente la continuità territoriale sono contenuti nella legge finanziaria dello Stato per il 2007, con la quale sono stati modificati aspetti fondamentali (che, peraltro, per la gran parte, restano ancora inattuati) del regime fiscale della Regione. Pur in assenza di un’esplicita intesa con la Regione, il Parlamento è infatti intervenuto sull’art. 8 dello Statuto sardo ed ha aumentato la quota di tributi spettanti alla Regione, che, per contropartita, ha accettato la copertura “del fabbisogno complessivo del Servizio sanitario nazionale sul proprio territorio senza alcun apporto a carico del bilancio dello Stato”.

Sempre come contropartita, la stessa legge finanziaria ha anche disposto che alla Sardegna fossero trasferite “le funzioni relative al trasporto pubblico locale (Ferrovie Sardegna e Ferrovie Meridionali Sarde) e le funzioni relative alla continuità territoriale”. Così, grazie ad un’intesa non scritta, solitaria, frettolosa e, in parte, pasticciata, il Parlamento ha potuto modificare unilateralmente alcune norme del titolo terzo dello Statuto speciale per le quali non è richiesto il procedimento di revisione costituzionale.

Negli anni successivi, di fronte alle inadempienze di Governi centrali che si sono continuativamente rifiutati di onorare gli impegni assunti dal Parlamento, il presidente Cappellacci, rispettosamente ossequioso nei confronti dei Governi Berlusconi, ha sempre evitato di aprire un contenzioso di fronte alla Corte costituzionale ed ha così impedito che la Regione potesse ricevere le ulteriori risorse che le norme della legge finanziaria le avevano formalmente attribuito.

A giudizio della Giunta regionale, perché il nuovo sistema di quantificazione delle entrate regionali potesse entrare in vigore era infatti preliminarmente necessario approvare specifiche “norme di attuazione statutaria”, con le quali un’apposita commissione paritetica avrebbe dovuto confermare, con un apposito accordo, quanto era già stato puntualmente e minuziosamente definito dalla legge finanziaria. L’intesa così raggiunta avrebbe poi dovuto essere sottoposta al parere del Consiglio regionale per essere infine approvata con un decreto legislativo del Governo che, evidentemente, non avrebbe potuto far altro che confermare il testo ed i contenuti della legge finanziaria.

Peraltro, il mancato rispetto degli accordi previsti nella legge finanziaria per il 2007 è venuto meno quando si è trattato di dare attuazione agli impegni posti a carico della Regione per quanto riguarda il finanziamento degli oneri relativi alla continuità territoriale. La Giunta Cappellacci ha infatti immediatamente accettato di finanziare con risorse regionali i collegamenti aerei con la Sardegna, ritenendo, quindi, che in questo caso non fossero necessarie norme di attuazione statutaria e che le funzioni riconducibili alla “continuità territoriale” indicate dalla legge finanziaria fossero solo quelle concernenti il trasporto aereo e non anche, ad esempio, quelle relative ai trasporti marittimi.

Tuttavia, nonostante la disponibilità dimostrata dalla Regione, l’estrema genericità e l’imprecisione delle norme della legge finanziaria hanno reso necessario la sottoscrizione di un “protocollo” aggiuntivo (siglato il 7 settembre del 2010) fra la Regione, l’Enac ed il ministero dei Trasporti, con il quale si riserva a quest’ultimo la gran parte delle funzioni di “governo” della continuità territoriale e si conferma che spetta alla Regione il pagamento delle “risorse finanziarie necessarie per l’imposizione degli oneri di servizio pubblico”. Dunque, accogliendo la proposta della Giunta, il Consiglio regionale ha coperto gli oneri derivanti da quest’intesa semiclandestina ed illegittima con un contributo di quasi 60 milioni di euro per ciascuno degli anni ricompresi nel triennio 2012/2014.

Sarebbe stato sufficiente un minimo di dignità e di intelligenza politica e qualche rudimentale conoscenza giuridica per comprendere che il trasferimento delle funzioni sulla continuità territoriale, indicate in maniera così imprecisa dalla legge finanziaria, non possedeva alcun valore prescrittivo e, al più, poteva essere l’occasione per inserire in una trattativa più generale l’intero sistema della continuità territoriale, chiamando il governo ai doveri di solidarietà e leale collaborazione imposti dalle regole costituzionali.

Dunque, ad oggi, in forza di una norma statale applicata illegittimamente, cui la Giunta ha ottusamente dato attuazione, la collettività regionale si è trovata a dover pagare con proprie risorse attività e compiti che spetta allo Stato finanziare.

Il solo “privilegio” attribuito alla Regione dagli accordi con Enac e Governo centrale è la presidenza della conferenza di servizi, il che, per un presidente della Regione che ha fatto della vanità e dell’inutile apparenza i soli tratti distintivi del suo agire politico, è certamente un “valore” da non trascurare, ma non serve ad aumentare il “peso” delle politiche regionali nel campo della continuità territoriale e dei trasporti marittimi ed aerei, come dimostrano i tanti fallimenti e le tante risorse sprecate in questi anni.

Così, è facile prevedere che le pretese tanto perentoriamente avanzate dal presidente Cappellacci sono destinate a rimanere, per l’ennesima volta, proclami privi di qualsiasi effetto se non quello di regalare immeritatamente qualche altro momento di effimera ed inutile notorietà.

Fulvio Dettori

 

 

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