Confcommercio, Sardegna quartultima per la spesa mensile delle famiglie

La Sardegna è la regione italiana che si piazza al quartultimo posto per spesa mensile delle famiglie nel 2015, con 2083,66 euro ben 400 euro in meno della media italiana e quasi mille euro in meno rispetto alla Lombardia che guida la classifica stilata oggi dall’Istat. Secondo Confcommercio Sardegna il dato conferma che si è di fronte ad una timida ripresa e si assiste ad una stagnazione dei consumi anche nel settore della ristorazione. Secondo l’Istat, infatti, in Sardegna si sono spesi nel 2015 82,1 euro a famiglia per servizi ricettivi e di ristorazione rispetto alla media italiana di 122,39 euro. Stallo anche nel commercio con 77,13 euro spesi per abbigliamento e calzature contro i 115,81 del resto d’Italia o i 413,49 euro per prodotti alimentari e bevande analcoliche a cui si aggiungono i 36,9 euro per bevande alcoliche e tabacchi rispetto ai 441,5 euro e i 44,09 della media italiana. I sardi spendono di più per abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, 751,61 euro, di cui 30,26 euro per manutenzioni straordinarie, 525,82 euro per affitti figurativi e 90,14 euro per mobili, articoli e servizi per la casa. Si apre il portafoglio anche per i trasporti, 251,97 euro, ma non per l’istruzione, 7,57 euro rispetto ai 14,78 euro del resto d’Italia, o per i servizi sanitari e spese per la salute, 68,88 euro rispetto ai 112,72 della media nazionale. “Permane un contesto in chiaroscuro con le famiglie che tendono a risparmiare in attesa di tempi migliori – dice Alberto Bertolotti, presidente Confcommercio Sardegna – Sono dati ancora sconfortanti. Siamo stanchi di sentire parlare di ‘potenzialita’. Non siamo neanche stati in grado di capitalizzare il vantaggio ambientale che ci è stato concesso, e non c’è certo da dichiararsi felici, dalla situazione geopolitica che ha ristretto la geografia del mondo praticabile turisticamente – aggiunge – Dobbiamo mettere immediatamente mano a provvedimenti di carattere fiscale, ai bandi per gli incentivi alle attività produttive, dar gambe a strumenti come i contratti di rete per contrastare un certo ‘nanismo’ di impresa che ci affligge. E, se siamo in stallo in Europa sul tema low-cost, puntiamo in maniera decisa a incentivare voli charter e strategie dei tour operator”.

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