Concordia, anche un team sardo nelle operazioni di recupero: lunedì al via i lavori

Anche un dipartimento dell’Università di Cagliari partecipa ai lavori intorno al relitto della Costa Concordia, all’interno del cantiere sorto all’isola del Giglio. Da maggio del 2012, infatti, il Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina Clinica e Molecolare sta procedendo – sulla base di una convenzione di ricerca con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca sull’Ambiente (ISPRA) – al monitoraggio degli inquinanti rilasciati dal relitto della Costa Concordia e dal cantiere impegnato nelle operazioni di recupero della nave da crociera.

Sulla base dell’esperienza acquisita a livello internazionale, il gruppo di ricerca coordinato dal professor Marco Schintu è stato chiamato a misurare in particolare contaminanti organici e inorganici di importanza tossicologica (es. residui di farmaci e di prodotti per la cura personale, ritardanti di fiamma e in generale interferenti endocrini) la cui ricerca non è prevista dalle normative o che comunque non sono rilevabili con i metodi utilizzati dagli enti preposti al controllo.

Le tecniche di campionamento passivo messe a punto permettono la determinazione di sostanze presenti in soluzione acquosa anche a bassissime concentrazioni e forniscono una misura integrata nel tempo (giorni, settimane, mesi) della loro frazione biodisponibile, quella di maggiore importanza per la valutazione del rischio sanitario.

Le stazioni di campionamento sono state fissate nei pressi della poppa e della prua della nave, oltre che in una zona di controllo. Durante l’ultima campagna di monitoraggio, eseguita il 10 e l’11 settembre, sono stati posizionati i campionatori che accumuleranno i contaminanti eventualmente rilasciati nell’acqua durante le operazioni di rotazione (“parbuckling”) della nave, previste a partire da lunedì 16 settembre.

 

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