La stanchezza di Cellino: “Troppo vecchio per combattere guerre che non mi appartengono”

“Sono stato umiliato abbastanza, non capisco mi chiedo perché venga trattato così male dopo che ho pagato gli stipendi e sanato i debiti. Aspetterò la decisione della FA (Football Association Challenge Cup), se non sarò accettato andrò via in silenzio così come sono arrivato. Sono troppo vecchio per combattere guerre che non mi appartengono”. Le parole di Massimo Cellino riflettono un uomo stanco, apparentemente inconsapevole di pagare le conseguenze di anni di errori. Con lui pagano dazio i tifosi che si dividono nei loro cori e nelle loro proteste: un po’ al presidente e un po’ al sindaco Zedda, e ci mancherebbe, il sindaco non manca mai.

Massimo Cellino è visto con diffidenza dagli inglesi. Non è un caso che la data scelta per una decisione sia il 18 marzo quando il presidente è atteso dall’udienza per evasione fiscale relativa al suo yacht sequestrato nel 2010. E non sarà un caso che, se dovesse essere condannato, la FA decida di rinviare ancora la decisione ad aprile, cosa che oltre Manica danno per certo. I dubbi su Cellino ci sono ancora, nonostante le buone referenze tecniche nelle documentazioni presentate non manchino ed è la stessa federazione calcistica a dirlo in settimana: “Nell’ultima riunione il Consiglio della Lega calcio ha eseguito un esame approfondito del progetto di acquisizione del Leeds United da parte di Eleonora Sport Limited. La maggior parte delle questioni in sospeso sono state risolte con soddisfazione dalla Lega e dal Consiglio che ha anche anticipato di dover ricevere ulteriori informazioni sulle questioni in sospeso, dai parte dei rappresentanti di Eleonora, la prossima settimana”. Ma il personaggio ha macchie che difficilmente potrà lavare via, ed è indubbio che possa essere una figura facilmente criticabile. La FA non vuole precedenti, non vuole critiche da cui non si saprebbe difendere. Però non vuole neanche che il Leeds fallisca.

È questo il motivo perché la FL non boccia Cellino. Perché il patron del Cagliari da quando è arrivato ha dato tutte le disposizioni possibili in termini finanziari affinché il club inglese possa continuare a vivere. Ha messo soldi, ha pagato debiti e stipendi. Se dovesse essere bocciato, il rischio di una denuncia per danni è dietro l’angolo, così come un maxi-risarcimento che metterebbe in imbarazzo la federazione. Si tratta di un circolo pieno di complicazioni dove la mediazione e la risoluzione sono ben lontane. Così come rimane lontana di dieci giorni l’apertura dei distinti dello stadio Sant’Elia.

Il 26 marzo Cagliari-Verona avrà dodici mila spettatori. Il Comune di Cagliari sta facendo gli straordinari per risolvere una situazione che la società del Cagliari ha lasciato volutamente in sospeso. Una situazione che vede la curva sud un cantiere a causa dalle liquidazione della società addetta ai lavori, per cui è in corso una causa in tribunale contro il presidente Cellino. Nonostante ciò, in base a nuove norme nazionali che impongono uno stadio con un minimo di 16 mila posti per ogni società di Serie A, lo spettro di Trieste cavalca a vele spiegate. Questo perché il Cagliari non ha uno stadio, le condizioni del Sant’Elia sono comunque precarie. La giunta comunale sta perciò cercando di affrettare i tempi con i possibili costruttori.

Ci sono un americano, un italiano ed uno straniero. Non è una barzelletta, è ciò che ha rivelato il sindaco Massimo Zedda qualche giorno fa. Le dichiarazioni alla stampa, un po’ tese, hanno suscitato più dubbi che certezze. I rumors arrivati dopo l’incontro danno una valenza contraria: esiste la cordata di americani che ha intenzione di costruire uno stadio nuovo di zecca. La soluzione prospettata sarebbe quella di trovare un impianto dove poter eseguire dei veloci lavori di adattamento stile Is Arenas per permettere al Cagliari di giocare il campionato e nel contempo la costruzione del nuovo Sant’Elia. Tempo di lavoro: 18 mesi. La soluzione sarebbe la più idonea, se non fosse che dietro questi imprenditori a stelle e strisce pare ci sia Massimo Cellino, legato loro da una lunga amicizia. Le male lingue sussurrano: per evitare di essere osteggiato e per costruire quel che vuole a un prezzo irrisorio, il patron sta cercando una copertura. Anche perché in realtà non vuole mollare il Cagliari, quella 500 che sta viaggiando meglio della Ferrari inglese e che potrebbe essere un ancora di salvezza qualora la FL gli negasse l’acquisto del Leeds. Queste voci mettono all’erta il sindaco e gli consigliano di valutare con principio e attenzione il caso, onde per evitare spiacevoli conclusioni che già in passato lo hanno visto in nervoso contrasto col presidente. All’angolo, ma neanche tanto, ci stanno gli altri due gruppi, che non hanno alcuna intenzione di fare da sparring partner.

Uno di questi è quello straniero. Arabo, per la precisione. Infatti, sebbene sia scaduto il pre-accordo siglato due mesi fa, gli arabi non hanno ritirato l’acconto e aspettano che per Cellino si risolva il caso inglese. A giugno sarà tutto risolto: inizierà la costruzione dello stadio e la nuova proprietà inizierà a lavorare alla squadra che giocherà il campionato 2014/2015. In serie A.

 

Simone Spada

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