Un quartiere che vive a corrente alternata: bellissimo e pieno di vita di giorno, spento e deserto di sera. E’ il quartiere Castello a Cagliari, luogo in cui ogni giorno transitano centinaia di turisti, ma che sembra vivere solo in funzione di questi. Lo sostiene in lungo post pubblicato su Facebook la cantautrice Ilaria Porceddu che ha scelto proprio Castello per vivere e lavorare con la sua nuova scuola di scrittura e musica ‘Indirizzo d’Autore’.
“Uno dei quartieri più belli di Cagliari diventa davvero il quartiere fantasma – scrive l’artista sulla propria pagina Facebook ‘taggando’ le pagine istituzionali del sindaco Massimo Zedda e del Comune di Cagliari -. Ho scelto Castello come luogo di vita e di lavoro. Da qui vedo e respiro il mare, mi perdo tra le mille vie minuscole piene di storia e leggende, conosco i suoi abitanti come se vivessi in un paese. Per dire, se mi si rompe il divano di Indirizzo d’Autore mi basta uscire e chiedere aiuto che in mezz’ora qualcuno mi risolve il problema. Mi fido di Castello”.
Parole che descrivono il legame tra l’artista, la città e la zona in cui ha scelto di vivere. “Questo è il quartiere dei contrasti, bellezza e decadenza insieme – spiega -. In questo momento bellezza al mattino e decadenza la sera. I bar decidono di chiudere le serrande perché il pomeriggio trafficano le strade forse solo le anime delle vecchie leggende, ancor più ora che fa buio alle 5”.
Poi arriva l’interrogativo sul futuro: “La mia domanda quindi è – scrive – diventeremo l’ennesima città che vive esclusivamente non di, ma per il turismo? E la comunità, quella che non vive di temporanea attenzione dei croceristi, ma vive di quotidianità? Perché questo porterà, e già inizia ad essere così, a isolamento (che gioco di parole, siamo in Sardegna), desertificazione nelle ore buie, degrado e delinquenza”.
Ilaria Porceddu parla delle ragioni che l’hanno portata a scegliere castello come residenza. “Ho deciso di aprire Indirizzo D’Autore in questo luogo speciale anche per creare comunità, creare arte nel posto più stimolante che c’è, ma l’abbandono no, questo non lo avevo scelto – denuncia -. Così come non l’ha scelto ogni singolo abitante del quartiere e ogni singolo lavoratore che ha aperto la sua attività qui. Cosa facciamo? Nell’epoca della rivalutazione dei centri storici e dell’identità di un territorio, vogliamo davvero far diventare periferia il cuore di questa città?”. Infine l’appello: “Qualcuno ha davvero interesse a vedere come stanno andando le cose?”. (ma.sc.)