Ambiente, venti comitati sardi in rete: “Revisione Ppr e chiusura basi militari”

Venti comitati si mettono in rete per le battaglie in difesa della Sardegna sul fronte ambientale. Soprattutto su alcuni temi considerati cruciali: energia, poligoni militari, paesaggio. Da Nord a Sud sono coinvolti Villacidro, Fluminimaggiore, Porto Torres, Cuglieri, Arborea, Cossoine, Guspini, Seneghe, Oristano, Vallermosa, Narbolia, Gonnosfanadiga, Decimoputzu.

“È in atto – ha detto nella conferenza stampa di presentazione dei ‘Comitati sardi in rete’ Vincenzo Pillai – una vera e propria aggressione al territorio. Ciascun comitato da solo può fare poco. Pur mantenendo ciascuno la propria autonomia, l’unità consente dialogo, scambio di informazione e più forza nelle azioni di protesta. Intendiamo presentarci sempre insieme nel confronto con le istituzioni”. Per questo è già stato definito un manifesto d’intenti. Sulla questione energetica l’obiettivo è ad esempio quello di ottenere una moratoria sugli impianti industriali di produzione di energia da fonti fossili e da fonti rinnovabili in fase di approvazione o di costruzione fino all’approvazione di un piano energetico e ambientale regionale. “Va rimesso in discussione – si legge nel manifesto – il piano adottato dalla giunta Cappellacci appena un mese fa”. Sul problema rifiuti i comitati chiedono la sospensione di tutte le autorizzazioni in itinere per nuovi impianti di incenerimento e combustione. L’obiettivo è la redazione di un nuovo piano di gestione sui rifiuti. Tra i traguardi anche il divieto di importazione in Sardegna sia di rifiuti urbani, sia di rifiuti pericolosi. Chiesto anche un piano agronomico per il rilancio delle campagne con un piano che dedichi attenzione alle piccole e medie aziende e alle attività agricole in grado di creare aspettative e speranze nelle nuove generazioni. Sui poligoni militari non ci sono dubbi: i comitati in rete chiedono la chiusura delle basi e la restituzione delle aree occupate per le esercitazioni. Le bonifiche – spiegano gli attivisti – devono riguardare tutti i siti inquinati da attività militari e industriali. Per quanto riguarda il paesaggio infine l’invito è quello di “riposizionare e perfezionare le tutele rimosse con le modifiche al vigente piano paesaggistico regionale”.

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