Abbagnato, volto d’angelo e spirito da maratoneta: “Danzare mi fa sentire più forte”

E’ la più grande ballerina di Francia. E’ siciliana. Volto di angelo e spirito da maratoneta. Instancabile, si allena sette ore al giorno e vive zigzagando tra Parigi e Roma. Tre anni fa, Sarkozy  l’ha nominata “Chevalier dans l’ordre national du mérite” ma il suo cuore, confessa “è rimasto ancorato nella spiaggia di Mondello”. Oggi e domani, sarà la protagonista a Cagliari e Sassari di un Gala internazionale di danza, con solisti in arrivo dai teatri più famosi d’Europa. E’ appena atterrata a Cagliari, l’abbiamo incontrata.

La sua carriera è iniziata a soli cinque anni: quanto è stato fondamentale il ruolo della sua famiglia?

Ho vissuto all’interno di una famiglia premurosa, attenta. Nella mia educazione i miei genitori sono stati una presenza costante, che mi hanno dato forza e coraggio. Oggi, nonostante sia diventata “grande” continuano ad essere un punto di riferimento. Anche se mi trovo dall’altra parte del mondo.

A 14 anni è stata la prima italiana ad essere ammessa alla prestigiosa Scuola dell’Opéra di Parigi. Ha vissuto dei momenti in cui, così giovane, avrebbe voluto desistere, tornare indietro?

Di momenti difficili ce ne sono stati tanti, specialmente all’inizio. Ma alla fine mi rendevo conto che, nonostante i disagi, prevaleva sempre l’amore per la danza, la voglia di superare ogni difficoltà. No, non ho rimorsi, e non mai desiderato tornare indietro.

Quanto ha dovuto sacrificare della sua vita privata?

Ogni giorno passato danzando mi ha dato e mi dà moltissimo. La danza mi fa crescere, mi permette nuove consapevolezze, mi fa sentire più forte. Danzare, per me, è irrinunciabile.

Per il suo servizio alla Francia, il Presidente Sarkozy  l’ha nominata, nel maggio del 2010, “Chevalier dans l’ordre national du mérite”. Che effetto le fa essere così famosa?

Quella di Sarkozy fu una magnifica sorpresa. Un riconoscimento arrivato dopo anni di duro lavoro. Se devo essere sincera, e spero di non apparire presuntuosa, credo proprio di essermelo meritato.

Lei è la prima ballerina italiana che viene nominata étoile all’Opéra di Parigi.  La sua seconda patria è dunque diventata la Francia? E quanto le manca la Sicilia, la sua terra, la sua isola?

Della Sicilia mi manca il calore, il sole, il mare, i profumi e i colori. Oggi che vivo a Parigi, sento che la Francia è diventata la mia seconda patria, ma il mio cuore rimane laggiù, nel sud d’Italia, in quella mia isola circondata dal Mediterraneo.

Quanto è importante il mare nella sua vita?

Sono nata su un’isola. Le mie emozioni dell’infanzia hanno il sapore del mare. Tutti i miei ricordi più intimi sono legati alle onde, all’azzurro infinito, alla sabbia color zafferano di Mondello.

Cosa conosce della Sardegna?

Ho trascorso momenti bellissimi nelle spiagge famose della Costa Smeralda, ma ho viaggiato anche al sud. Di Cagliari ricordo il quartiere di Castello, la sua luce, il suo dedalo di stradine in cui mi divertivo a perdermi. E’ un’isola che conserva tradizioni antichissime e una natura che sprigiona forze straordinarie. Amo visitarla.

Lei è direttore artistico della Fondazione Accademia Nazionale di Danza. Come è nato questo progetto?

Trasmettere un senso di fiducia ai giovani, dare loro nuove prospettive e orizzonti. Ho sempre sentito l’esigenza di dedicarmi a coloro che iniziano l’avventura della danza. Ecco perché ho deciso di accettare questo incarico. L’obiettivo è quello di poter fare qualcosa di concreto.  Mi piace sentire l’energia degli allievi che sa infondere un grande desidero di nuove esperienze.

Quest’anno lei ha deciso di assegnare il Premio Roma al giovanissimo Luca Ferrò, ballerino che lei ha scoperto personalmente. Quali sono le doti cha apprezza di più?

La sua fisicità, la plasticità dei movimenti. E, naturalmente, la sua passione. Sono convinta che farà strada.

Quali i consigli che si sente di dare ai giovani allievi?

Non lasciarsi mai travolgere dagli inevitabili momenti di difficoltà e proseguire nel cammino scelto. Naturalmente, essendo ben convinti delle proprie doti.

Professionista di successo, moglie e madre. Qual è il segreto di tanta felicità?

Seguire il mio istinto: non mi tradisce mai.

Se non avesse fatto la ballerina, che mestiere avrebbe voluto fare?

Ricordo con piacere l’esperienza sul set del film “Il 7 e l’8” con Ficarra e Picone. E’ un mondo che mi incuriosisce moltissimo.  Diciamo che mi piacerebbe fare qualche nuova incursione nel cinema…

Il segreto per rimanere sempre così in forma?

Seguo un allenamento molto duro. Lavoro con costanza, specialmente nei giorni precedenti lo spettacolo. Mediamente mi alleno sette ore al giorno. E mangio di tutto… sono siciliana!

Donatella Percivale

 

 

 

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