Zona franca, il governo tentenna e Cappellacci incassa l’ennesimo rinvio

Il viceministro Luigi Casero (Finanze) prende tempo: sulla defiscalizzazione totale dell’Isola non regala né un “sì” né un “no”.

Un’ora e quaranta di vertice. Per dire che «la Sardegna ha diritto alla Zona franca». E giù con un rosario di leggi e norme. Il viceministro Luigi Casero (Finanze) prende tempo: sulla defiscalizzazione totale dell’Isola non regala né un “sì” né un “no”. L’unica cosa che garantisce è l’apertura di un tavolo a tre, con Stato, Regione e Agenzia delle dogane. Forse già la prossima settimana.

IL RISULTATO. Dunque, il pressing sardo non va a segno, se l’obiettivo (come pensava Angelo Carta, sindaco sardista di Dorgali) era incassare l’ok dal governo Letta. La Zona franca integrale resta appesa al filo dell’incertezza. La luce verde non si accende, la strada verso il traguardo sperato non si fa discesa.

LA POSIZIONE. Fatto sta che Ugo Cappellacci è stato perentorio, costruendo una requisitoria sui diritti dei sardi. Il governatore ha consegnato a Casero una delibera in quattro punti, quella approvata stamattina dalla Giunta sarda. Al primo, viene chiesta la modifica dello Statuto, all’articolo 10, in modo che «la Regione possa istituire crediti di imposta senza gravare sul bilancio statale», ma anche «modificare le aliquote dei tributi erariali», così come «concedere esenzioni e detrazioni, anche oltre i limiti previsti dalla normativa nazionale». Insomma, l’Isola vuole più autonomia in materia di fiscalità. Ancora: Cappellacci ha chiesto al viceministro «l’impegno dell’Esecutivo per dare attuazione al decreto legislativo 75 del ’98», quello che prevede sei punti franchi (a Cagliari, Oristano, Olbia, Arbatax, Porto Torres e Portovesme). Questo ancora in virtù dello Statuto sardo (articolo 12). Infine, è scattato il pressing sul rilancio del petrolchimico, settore in crisi nera.

LA DELEGAZIONE. Dopo Cappellacci sono intervenuti altri due pidiellini: il deputato Salvatore Cicu e il senatore Emilio Floris. Quindi, la leader dei movimenti civici, Maria Rosaria Randaccio, e l’olbiese Vanni Sanna, presidente del Consiglio comunale. Sanna, che da mesi non perde un appuntamento con la “Vertenza Zona franca (è stato pure a Bruxelles), ha sollecitato la defiscalizzazione pure in base al Trattato di Lisbona. «Il testo – spiega – riconosce politiche di vantaggio alle regioni insulari, con scarsa demografia e forte ruralità». Di qui una seconda sottolineatura: «L’obiettivo del tavolo a tre è trovare i margini per cambiare il testo unico doganale, il Tuld 450 del 2008 all’articolo 3, inserendo nel novero delle Zone franche integrali anche la Sardegna, oltre Livigno e Campione d’Italia». Sanna non lo nasconde: «Ci sarà da battagliare, ma siamo qui per questo». E quando Casero ha rigirato la palla all’Ue, Cappellacci gli ha fatto notare che a Bruxelles attendono «la decisione del Governo italiano»

I PRESENTI. Di certo, gli entusiasti non mancano. A cominciare da Antonio Scampuddu, primo cittadino di Luogosanto, che ha ammonito: «Quella per la Zona franca non è una battaglia di parte, e lo dico da sindaco indipendente, visto che non ha tessera di partito e guido una lista civica. Il diritto alla defiscalizzazione è sancito dalle leggi, non è un capriccio della politica». Davanti a Montecitorio, questa mattina, c’era anche Pierpaolo Cassoni, neocoordinatore regionale di Giovane Italia, il movimento under 40 del Pdl. Cassoni chiarisce: «Non abbiamo mai pensato che bastasse una giornata per raggiungere un traguardo atteso di sessantaquattro anni. Ma è di fondamentale importanza che si apra un dialogo serrato con l’Esecutivo nazionale. Io, peraltro, sono venuto a Roma anche in difesa degli studenti universitari con genitori cassaintegrati: è giusto che si vedano riconoscere il diritto allo studio, attraverso agevolazioni a tutto campo, dai contributi per l’affitto alla riduzione delle tasse».

TUTTO RINVIATO. Finisce così, con un ennesimo rinvio, la partita sarda della Zona franca. I movimenti civici ci credono: «Non si torna indietro – ha detto la Randaccio». Ma chissà se il premier Enrico Letta abbia voglia di andare avanti. Gli ingredienti ci sono tutti perché si senta parlare di “zero Iva” fino alle Regionali di febbraio 2014.

Alessandra Carta

(immagine dal profilo Facebook del presidente Cappellacci)

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share