Zona franca, i comitati: “La compensazione deve pagarla lo Stato”

La compensazione della Zona franca integrale deve essere un’aggiunta ai servizi che già deve darci lo Stato. Se l’Europa ci ha già riconosciuto la Zona franca nel Trattato di Roma, la stessa Unione europea, attraverso lo Stato italiano, ci deve pagare la compensazione”. Così il coordinamento regionale dei comitati dei cittadini per la Zona franca ha risposto alle perplessità del Pd, Psd’Az e La Base in merito all’eventuale “svantaggio” per le casse dell’Isola nell’applicazione della Zona franca integrale extradoganale. La compensazione sarebbe pagata da una sorta di partita di giro.

“Per lo Stato è una minore entrata sul versante della Zona franca al consumo, che in Sardegna, tra Iva e accise, vale circa 1,9 miliardi di euro prodotta – ha spiegato Antioco Patta – questa somma potrebbe essere recuperata rimettendo in discussione il trucco dello Stato che considera gli idrocarburi prodotti dalla Saras in Sardegna come prodotto non finito. Facendo pagare qui l’imposta di fabbricazione – prosegue Patta – si recupererebbero tra 3,5 e 4 miliardi di euro”. “Non solo – spiega Francesco Scifo – la Sardegna diventerebbe più attrattiva per le imprese che potrebbero delocalizzare la loro sede e produzione nell’Isola, come accade per la Polonia e per la Serbia”.

Per Maria Rosaria Randaccio, che per ora rifiuta la proposta di Doddore Meloni di essere candidata a capo della coalizione con Meris e Quinto Moro, “risulta impensabile che la concessione della Zona franca possa determinare la sottrazione di altri diritti già acquisiti, altrimenti che compensazione sarebbe? E’ stato questo l’oggetto della vivace discussione con i politici sardi in Consiglio regionale dove – ha aggiunto – stava per accadere che il nostro diritto venisse messo in discussione per colpa della parola extradoganalità”. Ribadendo la propria “trasversalità politica tanto che stiamo solo suggerendo uno strumento di politica a chi governa sia esso di destra, di centro o di sinistra”, il coordinamento ha replicato ai consiglieri regionali del centrosinistra parlando di “confusione” sulla normativa applicabile e definendoli “artiglieri che stanno sparando sulla Croce Rossa”. “Intanto proseguiamo nel presidio – ha concluso Patta – e poi oltre all’adunanza dei portavoce dei 150 comitati sparsi in tutta l’Isola, sta avanzando la proposta di ‘un’intifada di uova’, metaforica, per i consiglieri regionali”.

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