Vitalizi agli onorevoli, Pais li ri-vuole. L’opposizione: “Privilegio scandaloso”

Il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, vuole reintrodurre i vitalizi per gli onorevoli sardi. Tutto scritto nella bozza di una proposta di legge che il capo dell’Assemblea, quota Lega, ha consegnato nei giorni scorsi ai colleghi della maggioranza di centrodestra. I quali si sono accodati alla richiesta di Pais con la sola eccezione di Michele Cossa, il capogruppo dei Riformatori che si è detto contrario. Oggi l’ex sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, ha reso pubblica la notizia con un post su Facebook pubblicato alle 13,30, a chiusura di un lavoro che il consigliere ha portato avanti insieme ai Progressisti, il ‘suo’ gruppo dell’Aula guidato da Francesco Agus.

In Sardegna i vitalizi sono stati cancellati a gennaio 2014, quindi due legislature fa, dopo l’inchiesta giudiziaria dei Fondi ai gruppi, con l’intera Assemblea finita sotto indagine per il presunto peculato. Un’ipotesi di reato già diventata certezza in tutti i processi sinora chiusi nei diversi gradi di giudizio. Con la nuova proposta di legge, chiamata ‘Disposizioni in materia di status di consigliere regionale’, Pais punta a far riottenere agli onorevoli la pensione da politico, a partire dal sessantesimo anno di età (ma con una semplice norma dell’Aula la soglia si potrebbe ulteriormente abbassare). Attualmente invece ogni esponente dell’Assemblea percepisce, oltre lo stipendio mensile, ‘solo’ il Tfr.

Allegato alla bozza della proposta di legge c’è lo schema pensato per far risorgere i vitalizi. Succederebbe che a fronte della base imponibile contributiva, pari a 6.600 euro e corrispondente all’indennità mensile lorda, ogni consigliere verserebbe al mese 580,80 euro; gli uffici di via Roma, quindi i contribuenti sardi, avrebbero un costo di 1.597,20 per ogni singolo onorevole, sempre ogni trenta giorni. Il totale mensile sarebbe di 95.832 euro, visti i sessanta consiglieri. Annualmente si arriverebbe a 1.149.984 euro; in cinque anni a 5.749.920 euro.

“La prima proposta di legge della maggioranza leghista e sardista, illustrata ai capigruppo dal presidente del Consiglio regionale, riguarda il ripristino, comunque lo si voglia giustificare e definire, degli assegni vitalizi da riconoscere ai consiglieri regionali – ha scritto Zedda su Facebook -. Non la continuità territoriale, non la vertenza latte, non il porto canale di Cagliari, ma dopo tre mesi la prima legge è per le pensioni dei consiglieri regionali. Dicono sempre ‘Prima gli italiani, prima i sardi’ – è il riferimento al Carroccio -. Ma la verità è che pensano solo a se stessi. Pensano solo ai privilegi e alle pensioni per i consiglieri regionali”. Agus rincara la dose: “Dopo cento giorni di governo, ecco il risultato di questa maggioranza. L’unico obiettivo è pensare ai proprio tornaconto”.

Stando ai dati pubblicati sul sito del Consiglio, sono 319 gli ex esponenti dell’Aula che percepiscono il vitalizio. Nella lista sono inclusi gli eredi, perché la pensione dei politici rientra ovviamente tra quelle di reversibilità (qui la lista completa e il relativo importo).

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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