“Negli ultimi dieci anni hanno chiesto la residenza a Villanovaforru cittadini di 38 nazionalità diverse: 38, un’enormità. E nella statistica non entrano solo gli ospiti del centro di accoglienza per migranti”. Lo scrive su Facebook il sindaco del Comune del Sud Sardegna, Maurizio Onnis (nella foto).
Dati alla mano. “Qui sono arrivati, sono rimasti e vivono oggi con noi cittadini dal Messico, dalla Francia e dalla Polonia, dall’Ucraina e dal Regno Unito, dalla Germania e dall’Argentina. Ognuno di loro, persino chi si è trattenuto pochi mesi, ha lasciato e preso qualcosa. Noi siamo diventati un po’ loro e loro sono diventati un po’ noi”.
Onnis, pur senza fare riferimenti alla campagna elettorale per le Politiche del 25 settembre, riflette sull’importanza della multiculturalità, sebbene il centrodestra continui ad animare la propaganda del “prima gli italiani”. Scrive ancora il sindaco di Villanovaforru: “È impossibile non riflettere sopra una tale facilità di cammino per il mondo, di scambio di esperienze. Ed è impossibile non considerarla una ricchezza. Villanovaforru (e chissà quanti altri paesi vivono la stessa situazione) è aperta al mondo, sempre, anche quando sembra lontanissima dal mondo”.
Il Comune del Sud Sardegna dista una cinquantina di chilometri da Cagliari. Si trova nella regione geografica della Marmilla a 324 metri sul livello del mare e conta poco più di 600 abitanti. Deve la sua fama all’archeologia: famoso il nuraghe di Genna Maria edificato nell’età del Bronzo e da cui si sviluppato un vero e proprio villaggio in quella del Ferro. A Villanovaforru c’è anche l’omonimo museo.