“La vicenda del lago dei veleni di Furtei è la più grave commistione tra politica e inquinamento dell’ambiente in Sardegna, la rappresentazione di come tutto sia stato nascosto e mistificato sull’altare degli affari e della speculazione ambientale”. Lo ha detto in una conferenza stampa il candidato governatore Mauro Pili (Unidos), leader della coalizione del Popolo Sardo, alle Regionali del 16 febbraio. Pili ha sferrato un nuovo attacco contro il presidente uscente della Regione, Ugo Cappellacci, candidato governatore del centrodestra, annunciando un’azione legale alla Procura della Repubblica. Il riferimento è alle dichiarazioni rese nel corso di una trasmissione televisiva da Cappellacci. Nel mirino del candidato alla presidenza per il Popolo Sardo, ancora una volta la gestione della ex miniera d’oro sacrificata, a sua detta, agli interessi speculativi: “Cappellaci dichiara che la gestione della Sardinia Gold Mining era tutto un imbroglio, dimenticandosi di aver approvato lui stesso, in qualità di ad della società i bilanci“, ha aggiunto Pili secondo il quale Cappellacci “ha nascosto le proprie responsabilità nella gestione di quella società“. Il deputato ex Pdl prosegue nella sua accusa: “Dopo sei mesi dal fallimento della Sardinia Gold Mining il suo governo affidò ai colleghi della stessa società le discariche del Sulcis per nuove speculazioni“. Ha proseguito Pili: “La gravità è che dopo il fallimento della Sardinia Gold Mining, marzo 2009, nel novembre dello stesso anno la Regione guidata da Cappellacci sottoscrive, attraverso l’Igea, un accordo con la King Rose mining di cui risulta capo lo stesso direttore esecutivo della società fallita qualche mese prima”.
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