Vaccini obbligatori, il ‘sì’ è trasversale. Ma Fdi contrari, strana teoria leghista

In Consiglio regionale c’è il partito del sì alla vaccinazione obbligatoria, un partito che prende forma trasversalmente all’Aula e sembra ricalcare gli assetti nazionali. Perché fuori dal coro si registra solo l’opposizione di Lega e Fdi, un doppio ‘no’ che si allinea col verbo dei rispettivi leader, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, i quali da mesi cavalcano l’onda a filo coi no vax. Una mossa elettorale che nell’Isola viene riproposta identica.

Per guardare in casa centrodestra, la posizione di Stefano Schirru, consigliere regionale del Psd’Az, uno cresciuto a “pane e medicina”, dice, spariglia le carte nella maggioranza. Schirru guarda alla salute pubblica, non al consenso. “Imporre l’obbligo del vaccino è necessario, se vogliamo davvero il ritorno alla normalità. Io – chiarisce – non capisco l’indignazione di certi cittadini: ci sono stati periodi storici in cui i vaccini erano obbligatori. E ciò ha permesso non solo di sconfiggere gravi e invalidanti malattie, ma di vivere più a lungo”. Schirru è schierato pure a favore del Green pass: “Non mi pare che stia creando alcun problema”. E ai suoi colleghi scettici, anche sul fronte della profilassi anti-Covid, suggerisce: “Informatevi meglio“. Schirru mette in evidenza un controsenso espresso dai consiglieri regionali del centrodestra contrari alla somministrazione obbligatoria delle dosi: “Anche chi non si vaccina limita la mia e la nostra libertà. Senza dimenticare che i Pronto soccorso della Sardegna sono intasati. Nessuno pensa che quanto più si va in ospedale per il Covid, tanto meno si riescono a curare gli altri malati”.

Come Schirru la pensano allo stesso modo le due donne dei Progressisti, Laura Caddeo e Maria Laura Orrù. Idem Piero Comandini, esponente del Pd. La Caddeo dice: “Sono favorevolissima alla vaccinazione obbligatoria. Ritengo tuttavia che debba essere affiancata da informazioni più dettagliate. Se oggi ci sono così tanti cittadini contrari, è perché la comunicazione è stata carente e poco trasparente. Capisco che la gestione di una pandemia non sia facile, ma nel nostro Paese si sono create troppe interferenze. Ora più che mai è necessario che il Governo rompa gli indugi e imponga l’obbligatorietà della profilassi anti-Covid. Esiste una fascia critica di no vax che ha tra i 50 e i 60 anni, e ci si dovrebbe interrogare sulle ragioni della loro reticenza. Ma sono minoranza. Penso invece alla convinzione con la quale i giovani non solo si sottopongono alla vaccinazione, ma la considerano l’unica strada per riprendere le vecchie abitudini. Il Governo deve assumersi la responsabilità della scelta, come ha fatto col Green pass che è uno strumento utile per tutelare la salute pubblica”.

Maria Laura Orrù premette: “Il tema è delicato e parlo a titolo personale. Penso che il Governo nazionale, oggi come oggi, avrebbe dovuto avere il coraggio di un’azione importante come l’imposizione della vaccinazione obbligatoria. La salute pubblica è un diritto costituzionalmente garantito e la tutela della colletività deve prevalere sull’interesse individuale”. Guardando al contesto nazionale, la Orrù fa notare: “Sul tema della pandemia si sarebbero dovute evitare mille voci, che hanno solo creato confusione. Si aggiunga che tutti si sentono legittimati a parlare. Il risultato sono le tensioni sociali sotto gli occhi di tutti, contrasti e divisioni che alla lunga diventano difficili da gestire. Il Governo dei  migliori, quale quello a guida Draghi, deve mettere in campo un’operazione coraggiosa: per esempio la vaccinazione va imposta da una determinata fascia d’età“. E sul Green pass questa la posizione della consigliera regionale: “Lo si sta utilizzando per spingere alla profilassi. Ma la strategia non sta funzionando. Anche perché il Covid, che non è una guerra, non è certo un nemico in carne e ossa, si combatte solo marciando uniti. Invece in Italia si stanno creando profonde lacerazioni”.

Dal Pd, il consigliere Piero Comandini la dice diretta. Molto diretta: “Sono d’accordissimo alla vaccinazione obbligatoria”. L’onorevole dem fa riferimento “a un messaggio che non passa: la profilassi anti-Covid non è una questione personale, ma un problema di sanità pubblica. Ciò vuol dire che l’interese generale viene prima di quello individuale. Meglio: se non si tutela la salute della comunità, non può essere salvaguardato il benessere delle singole persone. La libertà di tutti i cittadini è pensare anche agli altri, non solo a se stessi”. Quanto al Green pass, Comandini dice: “I ristoratori stanno lavorando senza difficoltà alcuna, malgrado le tante Cassandr che sostenevano il contrario. Il certificato sul Covid sta diventando un normale documento personale, al pari di una carta d’identità. E giovani e adulti lo stanno scaricando senza problemi”.

Il partito del ‘no’ al Green pass e alla vaccinazione obbligatoria ha la voce di due capigruppo, Dario Giagoni, in quota Lega, e Francesco Mura, degli Fdi. Giagoni cita subito il suo capo. “Io mi tengo sulla linea del mio leader e credo il Green pass non risolva il problema del Covid”. E quando a Giagoni si chiede l’alternativa, dice: “Non spetta a me trovare la soluzione. Io – continua – sono per una visione diversa: tutelare l’economia del nostro Paese”. Sul fronte della vaccinanzione, il capogruppo del Carroccio sostiene di non essere contrario: “Io non sono vaccinato ma lo farà il 30 agosto a Cagliari. Credo tuttavia che vada lasciata libertà individuale perché la scienza non è perfetta“. Cosa intenda Giagoni al riguardo, non è dato saperlo.

Francesco Mura oltre a occupare uno scranno nel palazzo di via Roma è anche sindaco di Nughedu Santa Vittoria. L’esponente degli Fdi dice in premessa: “Sono contrario al Green pass, perché l’errore sta monte, nell’imposizione dei metodo coercitivi che sono sempre sbagliati. Il Governo obbliga ad averlo perché ciascuno possa fare una vita normale”. Quanto ai vaccini, Mura ci crede. E pure molto. Ma “il Governo ha sbagliato – osserva -, non ha fatto una comunicazione trasparente, ha gestito male l’informazione”.

A domanda precisa sui numeri dei vaccinati a Nughedu Santa Vittoria, il sindaco-onorevole ammette: “Purtroppo sono bassi, siamo intorno al 62 per cento”. Sul perché non sia riuscito a convincere i propri concittadini, malgrado il sindaco sia la massima autorità sanitaria di un Comune, Mura dice: “Non tocca a me, ma al Governo”. (al. car.)

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