“Il piano paesaggistico regionale non può essere scardinato, e la fascia costiera dei 300 metri deve restare intangibile”. Il Pd ribadisce la sua posizione in tema di urbanistica, mentre la maggioranza muove i primi passi verso la condivisione di un testo unico. “Il Ppr costituisce il baluardo della politica urbanistica della Sardegna – spiegano i due componenti della quarta commissione, Roberto Deriu e Valter Piscedda – ed è necessario anche un Ppr delle zone interne, non costiere, in linea con la “politica verde” annunciata anche dal nuovo Governo”. Quanto ai 300 metri, “meglio la riqualificazione dei volumi esistenti rispetto alla creazione di nuovi, in una visione di governo del territorio che veda come protagonisti i Comuni rispetto al paventato ritorno al centralismo della Regione”. Sull’approccio del centrodestra al tema, Deriu e Piscedda ricordano che “nel parlamentino sono state depositate due proposte di legge, una a firma dei sardisti, l’altra di Forza Italia.
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Entrambe si caratterizzano per un malcelato attacco al Ppr, e per l’intento di aggredire il territorio, “compreso quello costiero e interno”. Infatti, continuano, “nonostante il titolo delle due proposte sembrasse parlare solo di Piano casa, e di proroga della sua scadenza fissata al 31 dicembre, entrambi i testi contengono diverse norme che introducono ad esempio premi volumetrici e autorizzazioni all’edificazione in agro”. Psd’Az e Fi hanno congelato le proposte di legge depositate con l’impegno di presentare un testo unico. Ma il Pd denuncia “il paradosso costituito dal fatto che alcuni rappresentanti della stessa maggioranza presentino due testi, e l’assessore dichiari che sta per presentare un ulteriore testo firmato dalla Giunta”.
Il Pd “non rinuncerà a dare il proprio contributo alla stesura di una nuova legge Urbanistica, rimasta tristemente al palo nella precedente legislatura, ma lo farà mettendo a disposizione i propri valori di tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale sardo, di salvaguardia della peculiarità del territorio, e di concertazione con le amministrazioni locali e i diversi portatori di interesse, contro ogni logica di cementificazione selvaggia e di neocentralismo egemonico regionale”, concludono.