Una lettera aperta in sedici righe. Per dire a tutto il centrosinistra sardo che i partiti della coalizione devono sedersi intorno a un tavolo, vista «la grande crisi della Sardegna, irrisolta dal centrodestra al governo della Regione». Poi ecco ribadito il valore delle primarie, quando manca un pugno di giorni alla presentazione delle candidature: vanno ufficializzate giovedì 8 agosto. Le firme in calce sono due, entrambe di Sel: quella del deputato Michele Piras e l’altra del senatore Luciano Uras.
I due vendoliani hanno scritto intanto al coordinamento regionale del proprio partito. Ma anche alle forze alleate dell’Ulivo. «Noi pensiamo – suona l’incipit – che sia necessaria, e urgente, una sede di confronto ampio del gruppo dirigente che fa capo alle forze politiche della coalizione democratica, progressista e di sinistra». Piras e Uras non lo precisano: ma è probabile che loro chiedano la convocazione di un vertice straordinario prima dell’8 agosto.
I due parlamentari non ci girano intorno: «La Sardegna è colpita da una crisi sociale ed economica di inaudita violenza, che pare non abbia fine. I dati sull’occupazione e sulla povertà raggiungono picchi negativi che richiamano i tempi più duri dell’immediato dopo guerra, dove però anche la comunità sarda, riconquistata la democrazia e un nuovo assetto istituzionale, e ottenuta l’autonomia con legge costituzionale, guardava con fiducia alla rinascita, allo sviluppo sociale e civile, al rilancio dell’economia».
Adesso però sono cambiati i tempi, chiariscono i due parlamentari di Sel. «Allo schieramento politico democratico progressista e di sinistra, alle diffuse rappresentanze dei valori dell’identità e della sovranità popolare, è chiesto, oggi con più forza, un atto di dedizione e di responsabilità per promuovere una nuova stagione di riscatto della Sardegna. In questo quadro hanno valore, anche, le ragioni e la consistenza dei temi posti dai nuovi movimenti politici, come il “Movimento 5 stelle”».
La lettera continua così: «Al centro-sinistra in particolare, dopo il fallimento dell’attuale maggioranza politica alla Regione, è chiesta la capacità di risolvere positivamente, a favore dei bisogni della nostra comunità e di coloro che patiscono maggiori sofferenze, le grandi vertenze con lo Stato per il lavoro, lo sviluppo sociale ed economico, e per l’affermazione dei diritti alla casa, alla salute, allo studio, alla mobilità delle persone e delle merci in continuità territoriale, all’ambiente e alla più complessiva riduzione e liberazione di ogni servitù imposta sui nostri territori».
Quindi il passaggio sulle primarie che in Sardegna si faranno il 29 settembre. «Le elezioni per scegliere la candidatura a Presidente della Regione per il nostro schieramento – è scritto – sono un importante strumento nella disponibilità delle forze politiche, dei militanti e degli elettori. Sono state e potranno essere ancora il miglior metodo per individuare una sintesi tra proposte che devono in ogni caso corrispondere a chiari criteri di autorevolezza morale e capacità di impegno assoluto. Chi si propone alla guida della coalizione democratica, progressista e di sinistra deve coniugare competenze politiche con riconoscibili sentimenti di solidarietà verso chi soffre, chi si trova in condizioni di povertà, verso il mondo del lavoro e della produzione in gravissima difficoltà. Deve in ultimo garantire il progetto politico, gli obiettivi prioritari, condividere la responsabilità e l’azione quotidiana di governo, assicurare una forte, positiva e reciprocamente rispettosa relazione tra tutti gli organi della Regione e il sistema delle autonomie locali, promuovere il pieno coinvolgimento dell’associazionismo democratico del lavoro e dell’economia, della cultura e dell’ambiente».
Piras e Uras non hanno dubbi: «Le primarie sono un sistema di scelta partecipato per unire le migliori capacità ed energie verso l’obbiettivo comune: il bene esclusivo del popolo sardo». Si arriva così al passaggio finale sui candidati in corsa: «In questi giorni e in queste ore – si legge – tante importanti figure del centrosinistra hanno espresso la propria disponibilità ad una candidatura, e altrettante si annunciano. Purtroppo vi sono tentativi che mirano a trasformare il legittimo confronto in conflitto tra i protagonisti e i loro sostenitori. Tentativi che appaiono provenire da aree del campo avverso. Per questo manifestiamo la preoccupazione, da molti condivisa, di un indebolimento dello schieramento avanzato della politica sarda e l’esigenza di una sede ampia di confronto, soprattutto sotto il profilo programmatico e del metodo di governo, capace di evitare ogni rischio di divisione».