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Ue, Piano di sviluppo rurale: 1,3 mld da spendere nell’Isola

Un miliardo e 300 milioni di euro in sette anni per favorire la crescita “in termini di qualità e la svolta in chiave ambientale delle produzioni agricole sarde”. L’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, affida la ripresa del settore al nuovo Programma di sviluppo rurale, presentato oggi a Bonassai, nell’azienda sperimentale che ospita l’agenzia regionale Agris.

“È un ottimo strumento di programmazione, che libera importanti risorse finanziarie per migliorare le produzioni e accrescere la competitività delle imprese”, spiega l’assessore. L’Unione europea finanzierà il Psr al 48%, pari a 628 milioni e 350 mila euro, provenienti dal Feasr, il Fondo agricolo europeo per lo sviluppo rurale. Lo Stato metterà 47 6milioni e 260mila euro, ossia il 36,4%. La Regione Sardegna coprirà il restante 15,6% con 204 milioni e 111 mila euro.

Le priorità del Psr seguono le linee guida della Commissione europea ma guardano alle necessità della realtà sarda. Si investirà sull’innovazione, sulla competitività delle aziende e sulla loro aggregazione. Si punterà anche su organizzazione della filiera alimentare e benessere animale, ma per Elisabetta Falchi è prioritaria anche la diffusione di modelli produttivi sostenibili, attraverso la preservazione, il ripristino e la valorizzazione degli ecosistemi tradizionali.

Sostegno anche per l’efficientamento energetico e la riduzione delle emissioni, ma l’assessore regionale punta molto su inclusione sociale, riduzione delle povertà e sviluppo economico delle zone rurali.

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