Trivelle, Soru: “Referendum sbagliato nel metodo e nel merito. Per l’Isola non cambia nulla”

Questo referendum era sbagliato, nel metodo e nel merito. Il mancato raggiungimento del quorum consegna un messaggio chiaro alla politica: su tematiche così tecniche occorre decidere nelle sedi e con gli strumenti più adatti. Banalizzare è sempre un errore, anzitutto perché mortifica la partecipazione popolare che, invece, dobbiamo animare e sostenere con forza”. Lo ha dichiarato il segretario regionale del Pd, Renato Soru, sul voto per le trivelle. “Il quesito non riguardava le trivelle, perché tutti sanno che le nuove perforazioni sono vietate – ha precisato l’europarlamentare – piuttosto, l’occasione del voto si è caricata in questi mesi di significati diversi, che nulla hanno a che fare con la discussione sulle scelte energetiche del Paese. Si è trattato di una sorta di sondaggio sul governo nazionale, al quale io, da ambientalista convinto, ho scelto di non partecipare, proprio perché non è attraverso questa strada che riusciremo a costruire la transizione verso un futuro rinnovabile nel nostro Paese”.

Il ricorso al referendum promosso tra le altre, dalla Regione Sardegna, poteva essere evitato. In che modo? “Attraverso il dialogo con il Governo centrale in sede di Conferenza Stato-Regioni”, ha detto Soru. Questo perché “la politica ha il dovere di prendere posizione e di decidere, ma nei modi e nelle sedi preposte”. Con il flop della consultazione, ha aggiunto, “per la Sardegna non cambia nulla”. Infatti, “la direzione del Pd sardo è stata la prima a mettere nero su bianco l’impegno per un futuro Carbon Free, in anticipo sulle scadenze europee del 2040. Proseguiremo con convinzione in questo tracciato”.

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