“Deiana carceriere della Sardegna”, “Deiana ammazzatrasporti”, “Più turismo meno chiacchiere”, “Isolani sì, isolati no”: sono i manifesti che i Riformatori hanno esposto nei porti e aeroporti dell’Isola, dalla stazione marittima di Cagliari allo scalo di Elmas, a quelli di Alghero, Olbia e Fenosu, fino a Porto Torres. “Per colpa della Regione la Sardegna esce dall’Europa – denunciano – il disastro del trasporto aereo e marittimo è la causa della fuga dei turisti e ha reso i sardi prigionieri in casa loro”. Secondo il deputato Pierpaolo Vargiu, che ha manifestato al porto di Cagliari, “la Regione ha dimostrato un’imbarazzante carenza di autorevolezza nei confronti di vettori aerei e marittimi trincerandosi dietro presunti divieti europei”. A pochi chilometri, nel corso di un analogo sit-in a Elmas, il coordinatore regionale Michele Cossa ha ricordato “il danno incalcolabile arrecato da questa Giunta all’economia dell’Isola”, e che “rispetto all’anno scorso, nei primi sei mesi del 2016 si registra il 20% in meno di passeggeri negli scali aeroportuali”.
Il crollo, reso ancora più drammatico dal disimpegno di Ryanair, riguarda in particolare gli arrivi registrati ad Alghero (-20%) e a Cagliari (-11%). Soluzioni possibili? “Occorre rivedere il sistema di continuità territoriale (Ct1) – ha spiegato Vargiu – eliminando i monopoli sulle rotte e introducendo meccanismi premiali che spingano le compagnie a promuovere la Sardegna in Italia e nel mondo”. Poi, “ripristinare almeno su tre o quattro rotte la Ct2, così da decongestionare Roma e Milano”. E ancora, “giungere rapidamente alla privatizzazione dello scalo algherese, spingere i tre maggiori aeroporti a coordinarsi per ampliare l’offerta di destinazioni, porre limiti alla quota di mercato occupabili dalle singole compagnie proprio per evitare che la Sardegna sia succube dei capricci di un singolo operatore”. Infine: “Porre sul tavolo del governo e della Commissione europea il tema del prezzo dei biglietti delle navi e della mancanza di concorrenza sulle rotte sarde”.