Todde apre al nucleare “pulito”, è polemica. Lei: “Strumentalizzazioni. Ribadisco no a centrali e deposito scorie”

Dopo le parole pronunciate dalla presidente della Regione, Alessandra Todde, al Festival delle Regioni di Venezia sul tema dell’energia nucleare, si è acceso il dibattito politico nell’Isola. In un clima già teso attorno alle questioni energetiche, le dichiarazioni di Todde hanno scatenato una valanga di reazioni, molte delle quali frutto – a detta della presidente – di “patetici tentativi di strumentalizzazione”.

Durante il suo intervento a Venezia, Todde aveva affermato di non avere una posizione ideologica sul nucleare e di essere favorevole alla ricerca sulla fusione nucleare, ribadendo però una netta contrarietà alla fissione, cioè al modello oggi utilizzato nelle centrali atomiche. Una posizione che poi la governatrice ha dovuto precisare.

In una nota ufficiale, Todde ha ribadito che la Sardegna non ospiterà né centrali nucleari né tantomeno un deposito di scorie radioattive. “La nostra contrarietà – ha scritto – non è solo una posizione politica, ma una scelta coerente con la volontà popolare”. Todde ha inoltre ricordato come, durante il suo periodo da viceministra, fossero stati stanziati oltre 500 milioni per la ricerca sulla fusione nucleare, tecnologia ancora in fase sperimentale ma promettente perché potenzialmente pulita e priva di scorie. “Chi confonde il sostegno alla ricerca con il via libera alla fissione dimostra solo malafede o ignoranza scientifica”, ha aggiunto.

Roberto Deriu (capogruppo del Pd in Consiglio regionale) invita alla prudenza. “Non ci sono tecnologie sufficientemente sicure per la gestione delle scorie. E va ricordato che l’uranio è, a tutti gli effetti, una fonte fossile”. Al fianco della presidente si sono schierati il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra. Il consigliere regionale del M5s, Gianluca Mandas, ha difeso la linea della presidente: “Il futuro dell’energia può includere la fusione, che non produce scorie e non presenta i rischi delle centrali attuali. Ma serve visione e conoscenza, non slogan”.

Anche Maria Laura Orrù (Avs) ha ribadito la distinzione tra vecchie tecnologie e nuove frontiere: “La fissione genera scorie e non è da prendere in considerazione. La fusione è stabile e sicura, ma ancora non applicabile”. “Di sicuro in prospettiva si dovrà valutare questo tipo di nucleare come opzione – aggiunge la consigliera di maggioranza – diversamente da ciò che propone il governo con un modello di vecchia generazione che non è assolutamente contemplabile”.

Dal centrodestra sono arrivate critiche dure. Paolo Truzzu (FdI) ha accolto con favore l’apertura di Todde alla fusione nucleare, ma ha chiesto che ogni eventuale decisione in materia passi per un confronto con i cittadini: “Non vogliamo che le scelte energetiche vengano imposte dall’alto come già accaduto con le rinnovabili”. Stefano Tunis (Sardegna al Centro 20Venti), che ha accusato la presidente di “non sapere di cosa parla”. Secondo Tunis, la cosiddetta “fusione pulita” è ancora un’ipotesi teorica e non applicabile, mentre la fissione resta inaccettabile. “La Sardegna non ha bisogno di nucleare – ha affermato – ma di competenza”.

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