Tedde (Fi) ‘minacciato’ da Abbanoa: il Consiglio lo difende. Tranne il Pds

“Un grazie sentito a tutti i colleghi che con il loro voto in Consiglio regionale hanno tutelato il mio diritto-dovere, così come dell’intera Assemblea, a esercitare quotidianamente l’azione di controllo nei confronti degli atti della Giunta regionale, degli enti e delle società partecipate”. Così il vice capogruppo di Forza Italia, Marco Tedde, ha commentato il voto di ieri sera dell’Assemblea sarda che ha approvato un ordine del giorno di censura contro Abbanoa dopo l’annuncio della società di portare in tribunale Tedde per via delle sue dichiarazioni sulla gestione della stessa spa del servizio idrico.

Tutto è cominciato lo scorso 2 giugno, quando Tedde ha diffuso una nota nella quale ha denunciato “uno spreco di sei milioni di euro” che sarebbe stato fatto nel 2011 da Abbanoa “per l’acquisto del sistema Siris relativo alla misurazione dei consumi e alla fatturazione”. Il giorno dopo la nota stampa della spa del servizio idrico che annunciava una doppia azione giudiziaria nei confronti di Tedde: una penale e una civile, per l’eventuale accertamento del danno. Di qui la decisione dei capigruppo del Consiglio regionale di difendere l’esponente azzurro nell’esercizio delle proprie funzioni, in base agli articoli 122 della Costituzione e 25 dello Statuto sardo. Il 122 recita: “I consiglieri regionali non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”.

L’ordine del giorno di censura non è stato sottoscritto solo dal Partito dei Sardi e c’è una ragione politica: il Pds, tramite il suo assessore (Paolo Maninchedda prima ed Edoardo Balzarini da giugno 2017, supervisiona Abbanoa. Il gruppo degli indipendentisti è uscito dall’Aula al momento del voto. Ha invece partecipato il consigliere Antonio Solinas, unico consiglieri ed unico Pd ad esprimersi contro il sostegno a Tedde. Sulla posizione del Pds, Tedde dice: “Non mi aspettavo una scelta diversa, è il partito dell’acqua”.

“Abbanoa – ha rimarcato oggi l’esponente di Fi – non è una Repubblica indipendente franca dai controlli del Consiglio regionale. E dovrà rispondere del pagamento della sanzione di 680mila euro inflittale dall‘Antitrust per comportamenti aggressivi e vessatori nei confronti dei sardi. Non le è concesso di nominare il Direttore generale in assenza di procedure selettive conformi a legge e in difetto del controllo analogo di Egas (l’ex Autorità d’ambito). Non le è consentito di demansionare in assenza di controllo 207 lavoratori. Così come è da censurare per l’iscrizione in bilancio circa 700 milioni di crediti in buona parte prescritti, e quindi inesigibili, mentre nel frattempo ha avviato pratiche per un prestito obbligazionario di 180 milioni nonostante in bilancio esponga questi ingenti crediti. E non può pretendere che non accendiamo i riflettori del Consiglio regionale sullo stato di degrado dei potabilizzatori del Nord Sardegna che pongono a rischio la potabilità della risorsa idrica e l’integrità delle condutture. Così come non può pensare che facciamo spallucce davanti allo scandalo del mancato funzionamento del sistema informativo pagato circa 6 milioni di euro. Continueremo a svolgere il nostro dovere nell’interesse dei sardi – conclude Tedde – con la consueta pacatezza e determinazione e senza temere intimidazioni, forti anche del pronunciamento della massima assise rappresentativa della Sardegna che ha riaffermato l’esistenza di norme costituzionali a favore degli atti di controllo dei rappresentanti dei sardi”.

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