Parte la mobilitazione dei sindaci contro la norma regionale sul definanziamento, che taglia gli investimenti dei comuni sardi. Un gruppo promotore di sindaci firma una presa di posizione contro l’articolo 2 della legge regionale di assestamento, che cancella i debiti della Regione verso gli EELL sardi, e propone a tutti i sindaci sardi una immediata mobilitazione. Numerose le adesioni, dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda a quello di Alghero Mario Bruno. E ancora Guido Tendas di Oristano, Giovanni Giovannelli di Olbia, Nicola Sanna di Sassari, Alessandro Bianchi di Nuoro.
I sindaci hanno firmato un documento in pieno sostegno alla posizione assunta nei giorni scorsi dall’Anci e dal Consiglio delle Autonomie Locali. “La norma sul definanziamento degli EELL costituisce un atto grave della Regione ed è un atto che contrastiamo”, si legge nel documento, “per ragioni di merito e di principio. La Giunta regionale continua da giorni a ripetere che ci sono trenta milioni già disponibili per i progetti cantierabili, che i trenta milioni verranno potenziati secondo le richieste. Ora l’Assessore aggiunge che è pronto a tenere con i Comuni i tavoli bilaterali. Che uno dei motivi fosse andare ai tavoli bilaterali, secondo una logica che non è condivisibile, lo si era già capito”.
Nel merito i comuni dicono che la scelta che serve all’economia sarda non è quella di anticipare le scadenze del definanziamento, ma di prorogarle di tre o sei mesi, “per utilizzare al meglio l’allentamento statale del patto di stabilità per i comuni”. E ancora: “Ai comuni con progetti cantierabili la Regione, con la norma in questione, ha già fatto perdere tre mesi; ai comuni prossimi al bando si stanno procurando danni concreti ,lasciandoli senza copertura per le spese di progettazione pagate o da pagare e le rassicurazioni verbali della Giunta non ci fanno stare sereni: la legge approvata dice infatti “le somme già trasferite vengono recuperate… anche mediante compensazione sui futuri trasferimenti regionali”; per i Comuni, che ancora non sono prossimi al bando per responsabilità non proprie, bensì in grandissima misura della burocrazia regionale e del patto di stabilità, i finanziamenti sono puramente e semplicemente cancellati e devono ripartire da capo. Avevano un impegno di spesa certo e si ritrovano a iniziare un nuovo percorso, che cancella le posizioni acquisite, incerto nell’esito e nella dotazione finanziaria e subordinato a problemi tecnico-contabili e al tavolo bilaterale, ossia al rapporto tra singolo sindaco e Regione”.
I comuni chiedono di discutere e trovare una via d’uscita, non nei tavoli bilaterali “bensì nei tavoli previsti dalla normativa. La regione non può cancellare unilateralmente, senza nemmeno un confronto, i debiti che ha verso gli EELL. Siamo costretti a ricordare alla Regione l’art 114 della Costituzione. La regione non è qualcosa che sta sopra i comuni. Sono entrambi, alla pari , elementi costitutivi della Repubblica. Inoltre, non solo la norma in questione è inaccettabile per le ragioni dette, ma è anche una norma illegittima, perché non è stato chiesto il parere obbligatorio per legge del Consiglio delle Autonomie Locali. I decreti di definanziamento che stiamo ricevendo e continueremo a ricevere sono fondati quindi su una norma illegittima. Allora delle due l’una: o la norma viene modificata con un accordo o i comuni danneggiati saranno costretti a impugnare i decreti innanzi al TAR“.