“La Giunta regionale vigili sulla destinazione dei proventi del pagamento delle sanzioni comminate ad Alcoa dall’Unione Europea”. È l’appello lanciato da Ugo Cappellacci e Alessandra Zedda (Forza Italia). “Secondo la stampa – spiegano i due esponenti azzurri – l’accordo che sarà firmato per Porto Marghera prevede lo stanziamento per tale area di 103 milioni su 300 provenienti dalle sanzioni. Se consideriamo che 100 sono nelle mani della Cassa Conguagli e quindi dello Stato, non vorremmo che si fosse innescato un progetto di rapida erosione delle risorse destinate alla Sardegna.
“Il Piano Sulcis e gli impegni assunti dai Governi Monti e Letta – ricordano i due consiglieri regionali – spianavano la strada all’utilizzo per la Sardegna e per tale territorio delle risorse versate dalle imprese condannate dall’Unione Europea. Considerato che il peso dell’aiuto di Stato restituito, ma soprattutto l’impatto del disimpegno di Alcoa e l’eredità di tale presenza industriale nell’isola sono di ben altre proporzioni rispetto a Fusina. Poiché in ogni caso ci troviamo di fronte ad una pesante situazione di iniquità, se il quadro dovesse trovare conferma, occorre porre in essere una battaglia comune, nella quale anche come forza di opposizione – hanno concluso Cappellacci e Zedda – siamo pronti a fare la nostra parte”.
Dopo le dichiarazioni rese da Ugo Cappellacci e Alessandra Zedda rivolte alla Giunta regionale per sollecitare l’esecutivo a vigilare sulla destinazione dei proventi delle sanzioni comminate ad Alcoa dall’Unione Europea, alla luce dello stanziamento di 103 milioni per il sito di Porto Marghera, per il pericolo che “ si inneschi un progetto di rapida erosione delle risorse destinate alla Sardegna, rispondono i rappresentanti sindacali del Sulcis.
“ Sono solo geloso per quanto sono riusciti a fare a Porto Marghera”. E‘ il laconico commento di Roberto Puddu, segretario della camera del lavoro di Carbonia. “Non mi stupiscono -aggiunge Puddu- le dichiarazioni dell’ex presidente della Regione sarda perché confermano tutta la sua impreparazione a governare una regione come la Sardegna con i problemi attuali legati al tema del lavoro. Forse dimentica, l’ex presidente Cappellacci, che una parte delle somme, proventi della multa comminata dall’U.E., che l’Alcoa ha restituito, sono frutto dello stabilimento di Fusina”.
“Al contrario del Sulcis, loro sono riusciti, con quelle somme e con altre messe a disposizione dalla Regione Veneto, Autorità portuale e altri enti, a creare una serie di progetti da attuare in tre anni. Si tratta -aggiunge ancora il sindacalista- di infrastrutture e costruzioni in grado di agevolare l’eventuale insediamento di nuove attività nell’ambito di Porto Marghera. Qui da noi, invece, con la somma di 124 milioni di euro messa a disposizione, è stato varato solo il provvedimento sulla fiscalità di vantaggio, contributi a pioggia per le piccole e piccolissime imprese di cui, in molti, non riusciranno neppure a sfruttare totalmente le somme spettanti. Un provvedimento che non solo non ha creato nuova occupazione ma, in parte, quasi il 50%, rimarrà inutilizzata. Che fine faranno quei fondi?”
Dello stesso avviso anche il segretario regionale della Fim Cisl Rino Barca: “I soldi della multa Alcoa sono arrivati dalle industrie di Portovesme e alle industrie dovevano tornare, come? Creando nuove opportunità di sviluppo nell’area industriale di Portovesme. Tanto per citarne qualcuno i progetti sulla portualità sono ancora fermi ai blocchi di partenza. Senza parlare della fiscalità di vantaggio: un vero flop. La gente del Sulcis, aggiunge Barca, non ha bisogno di risparmiare, ha bisogno di uno stipendio da poter spendere. E‘ così che si ricrea un economia. Senza posti di lavoro, senza denaro che circola a che serve avere un risparmio fiscale o contributivo? Si chiude comunque. Evidentemente -conclude Barca- i veneti sono stati più lungimiranti di noi sardi. Loro hanno iniziato una vera riconversione dell’area industriale di Porto Marghera mentre noi, grazie a una politica regionale miope, stiamo ancora pensando cosa vogliamo fare in futuro”.
Carlo Martinelli