Sardegna e Corsica esultano per lo stop alla richiesta, pervenuta al ministero dell’Ambiente nel febbraio del 2015, di prospezione geofisica mediante tecnica “air gun” al largo della costa nord-occidentale della Sardegna da parte della società norvegese Tgs-Nopec. “La nostra voce è stata ascoltata e siamo molto soddisfatti del parere negativo espresso dalla commissione tecnica Via-Vas del Ministero dell’Ambiente – dicono il presidente della Regione Francesco Pigliaru e quello del Consiglio esecutivo della Corsica, Gilles Simeoni -. Abbiamo aree marine dalla vocazione importante e prevalente rispetto agli interessi di società in cerca di un profitto ad alto impatto ambientale”.
Secondo i due presidenti “la grande ricchezza delle nostre due isole è il patrimonio immateriale e ambientale e dobbiamo fare in modo che possano presentarsi al mondo in tutta l’integrità del loro straordinario paesaggio. Il nostro impegno comune va in questa direzione e applicheremo sempre il principio di precauzione perché impatti negativi non ne mettano a rischio il valore ambientale, culturale, turistico e sociale. La forte intesa tra Corsica e Sardegna ha rafforzato certamente la posizione condivisa, contribuendo a portare a casa il risultato sperato”.
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Soddisfatte anche l’assessora sarda dell’Ambiente Donatella Spano, che già aveva preso posizione con Pigliaru (leggi qui) e l’assessora corsa per il Territorio e l’Energia, Fabiana Giovannini. “L’ottimo lavoro fatto dalla Regione e dagli altri enti interessati per motivare il giudizio tecnico ci ha premiato – dice Spano – Sosterremo sempre una posizione netta contro il degrado e l’impoverimento del nostro ecosistema marino anche per evitare ricadute negative ambientali ed economiche difficilmente prevedibili, potenzialmente irreversibili e non mitigabili. Continueremo a lavorare per la tutela e la valorizzazione delle aree protette”. “La nostra collaborazione mostra quanto è utile e benefico lavorare insieme, Corsica e Sardegna, per il nostro ambiente e la difesa dell’economia delle nostre due isole – spiega Giovannini -, preservando la ricchezza del patrimonio dei Nostri popoli. Siamo convinti del bisogno di continuare a lavorare su questi temi per ottenere risultati come quello di oggi, che ci fanno ben sperare in un futuro comune e positivo nel Mediterraneo”.
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