“Molte società sportive dilettantistiche preferiscono pagare le sanzioni per la mancata partecipazione alla gare che spendere cifre esorbitanti per arrivare a disputare le sfide sportive nelle isole minori”. Lo ha denunciato il consigliere regionale del Partito dei Sardi, Roberto Desini, primo firmatario di una proposta di legge che propone di modificare la legge del 1999 e utilizzare una quota parte del 6% del bilancio dell’Assessorato regionale dello Sport, di competenza del Coni, per pagare le trasferte. Secondo i presentatori della legge – tutto il gruppo del PdS, Pierfranco Zanchetta dell’Upc, Pietro Cocco e Giuseppe Meloni del Pd, Luca Pizzuto di Sel e Alessandro Unali di Sinistra Sarda – la stima delle risorse necessarie si aggira sui 45 mila euro all’anno.
“Oggi i non residenti pagano una differenza di biglietto di 4,90 euro tra Palau e La Maddalena sino ad arrivare ai 5,90 euro tra Portovesme e Carloforte – dice Desini, che è anche vice presidente vicario della Fgci sarda – se poi pensiamo che molti degli sportivi sono minorenni che devono essere accompagnati da adulti che si aggiungono allo staff tecnico delle squadre o degli atleti, la somma per effettuare la traversata in traghetto è esorbitante”. “Ben volentieri abbiamo aderito a questa iniziativa – osserva Gianfranco Fara presidente del Coni Sardegna – oltre all’aspetto sociale si dà l’opportunità ai ragazzi di conoscere una realtà che non è quella circoscritta al loro territorio. Il problema è che tutti pagano il fio del problema dei trasporti in questa Isola. Io stesso non ho potuto partecipare a delle riunioni del Coni nazionale perchè non ho trovato posto sugli aerei durante le feste natalizie”. Secondo Zanchetta, occorre “riconsiderare la mobilità interna e rivedere le tariffe. Siamo prigionieri a casa nostra. La paura di avere l’Europa che ci sanziona dobbiamo superarla, per portare a casa un risultato soddisfacente per le nostre comunità”. Il capogruppo PdS Gianfranco Congiu sostiene che si tratta di “una norma di buon senso”, mentre Augusto Cherchi, sempre PdS, parla di “ristoro ad un’ingiustizia”.