Solinas attacca il Consiglio della scorsa legislatura: “Io al lavoro 7 giorni su 7, l’Aula la meno produttiva della storia autonomistica”

Christian Solinas rivendica il lavoro svolto come presidente della Regione e attacca chi cerca di scaricare solo su di lui peso – e ragioni – della sconfitta del centrodestra contro il Campo largo guidato da Alessandra Todde. Lo fa sui social replicando a un commento dell’ex consigliere Giovanni Satta. “Non è pensabile che si continui con questo tentativo puerile di scaricare sul presidente le cose che non hanno funzionato nella passata legislatura e di pretendere invece che tutto ciò che si è fatto sia merito dei consiglieri regionali – ha scritto -. È vero l’esatto contrario: mentre il presidente ha lavorato 15 ore al giorno, 7 giorni su 7 e ha prodotto risultati che sono provati dai numeri e dai documenti ufficiali, il Consiglio è stato il meno produttivo della storia autonomistica: meno riunioni, meno leggi, insomma meno ore di lavoro istituzionale a tutto vantaggio delle ore clientelari sul territorio che hanno prodotto tanti signorotti delle preferenze”.

Solinas poi ha rivendicato di aver rimesso in ordine i conti della Regione, un lavoro “riconosciuto dalle più importanti agenzie di rating internazionali”. E ancora: “Mentre fronteggiavo il Covid nel modo più efficace del Paese, mentre avviavo riforme organiche o programmi strategici come la valorizzazione della civiltà nuragica in chiave culturale e come volano per il rilancio delle zone interne, i consiglieri si occupavano di ‘spartirsi’ i fondi spezzettandoli in piazzette e marciapiedi, in sagre e micro-associazioni”.

“Ogni volta che il presidente mandava in Consiglio un disegno di legge organico, generale e astratto, i capigruppo rispondevano sistematicamente: ‘Quanto c’è per il Consiglio?'”. Ovvero, “una ‘tassa fissa’ su ogni legge che i consiglieri pretendevano per poter destinare quote di risorse sui territori di elezione. Vogliamo dire onestamente questa verità e dire che il presidente è diventato antipatico perché non ha mai voluto partecipare a questo gioco?”, prosegue nel suo sfogo. Sul gruppo consiliare della passata legislatura precisa che “tutti gli eletti provenivano da altri partiti o era la prima volta che si candidavano nelle liste Psd’Az alle regionali ad eccezione di Nanni Lancioni“. Il riferimento è agli eletti coi sardisti che ieri hanno annunciato ufficialmente il passaggio a Forza Italia, lasciando il partito senza rappresentanti nell’Aula di via Roma.

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