“Ora finalmente possiamo programmare il futuro e il rilancio di un patrimonio ambientale prezioso, avviando un progetto orientato a creare sviluppo e serie prospettive di occupazione per La Maddalena e per tutta la Sardegna”. Sono le 22,10 quando da Villa Devoto arrivata la nota sulla missione di Christian Solinas a Roma. Il governatore ha partecipato alla riunione del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi. Per tutta la giornata non ci conoscevano i motivi della convocazione, adesso invece sono chiari: il capo della Giunta, nominato a dicembre commissario di Governo per la bonifica e la rigenerazione urbana de La Maddalena, ha concordato insieme all’Esecutivo nazionale il cronoprogramma.
La seconda novità dalla Capitale è infatti operativa: oggi è stata accesa luce verde “alla riperimetrazione dell’area dell’ex Arsenale militare”, continua la nota. Si tratta di un passaggio chiave che, sempre stando a quando si legge nel comunicato di Villa Devoto, “sblocca le bonifiche, permette la definizione del piano di rigenerazione urbana e fa partire i lavori per il recupero del compendio”. Solinas sottolinea ancora: “Come commissario ma ancor più come presidente della Regione ho ritenuto doveroso, dopo anni di ritardi, imprimere un’accelerazione decisiva alla riconversione di La Maddalena mettendo fine a un’attesa che si è protratta per troppo tempo, con gravi danni all’economia del territorio, di cui è stato frenato lo slancio delle sue grandi potenzialità turistiche”.
Così l’ultimo passaggio di Solinas: “Dopo la mia recente nomina a commissario straordinario, con la quale la Regione è stata individuata come soggetto attuatore per la realizzazione delle opere, possiamo entrare nella fase realmente operativa e pianificare gli interventi per restituire in tempi celeri alla comunità un bene importante in un quadro di tutela e salvaguardia dell’intero sistema naturalistico”. Solinas, nel ruolo di commissario, ha preso il posto di Francesco Pigliaru che venne scelto dal Governo giallo-verde a maggio del 2018, quando ancora a Palazzo Chigi c’era Paolo Gentiloni perché nessuna coalizione riusciva a formare un nuovo Governo (poi l’esperienza giallo-verde naufragata la scorsa estate dopo un anno e spiccioli).
