Oltre un centinaio di sindaci sui 377 della Sardegna si sono ritrovati nell’Aula del Consiglio regionale per una manifestazione contro i vincoli del Patto di stabilità che non permettono agli enti locali di spendere 175 milioni per investimenti, e per chiedere alla Regione di rimpinguare l’ammontare di risorse del Fondo unico degli enti locali, tagliato di 55 milioni. Su quest’ultimo tema si confronterà anche l’intera assemblea sarda con la mozione presentata oggi dal vicepresidente del consiglio regionale, Eugenio Lai (Sel), anch’egli in Aula con la fascia tricolore perché sindaco di Escolca.
“Lo Stato non può usare i Comuni per salvare sé stesso – ha tuonato il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda nel suo intervento – nessuno, tantomeno Monti, ci deve insegnare come si fa la revisione della spesa, perché i sindaci sanno bene quali sono le priorità. A Cagliari abbiamo bloccati 260 mln di euro in cassa che non è qui ma, per salvare lo Stato, è stata trasferita nella Tesoreria unica della Banca d’Italia. Condividiamo la battaglia sul Patto di stabilità perché è di tutti i sardi, ma la revisione della spesa sia fatta dalla Regione e dallo Stato, per rimpinguare il Fondo unico e dare risposte ai tanti bisogni dei cittadini sardi”.
Riaprire il confronto con lo Stato per chiedere una finestra per poter ottenere di sfruttare il Patto verticale incentivato e pagare i crediti che i Comuni hanno con la Regione per le opere delegate. Sono le proposte avanzate dal presidente del Consiglio delle Autonomie Locali della Sardegna (Cal), Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia, presente all’assemblea dei sindaci in Consiglio regionale.
“Non possiamo perdere altro tempo – ha osservato Casti – il Patto di stabilità sta bloccando qualsiasi pagamento. Entro il primo marzo si doveva fare la richiesta al governo nazionale per ottenere di accedere al Patto verticale, ma è inutile chiedere spazi finanziari se non arrivano le risorse ai Comuni che sono creditori della Regione per opere effettuate”. Secondo Casti “non c’è più niente su cui risparmiare. Se si continua a tagliare sul Fondo unico non ci saranno risorse per la lotta alla povertà. Non siamo venuti qua a chiedere alla Regione di fare cose che non può fare ma per avviare un percorso che consenta ai sindaci di dare risposte ai cittadini”. Casti ha spigato che nel suo Comune ci sono 140 milioni di euro bloccati, “un terzo del Piano Sulcis”.