“Se il presidente della Regione pensa di chiamarci a raccolta in maniera estemporanea e con piatti precotti di dubbia utilità, non sarà facile per lui trovare complici dei suoi disastri e delle sue manchevolezze”.
Al segretario e deputato del Pd, Silvio Lai, non è piaciuto nemmeno questa volta l’appello all’unità dei parlamentari sardi lanciato dal governatore Cappellacci dopo la bocciatura del governo del taglio dell’Irap e la necessità, a suo avviso, di porvi rimedio con la modifica dell’art. 10 dello Statuto autonomistico attraverso un emendamento in Parlamento.
Il leader dei democratici accusa il presidente di voler condurre una battaglia con lo Stato “con tavoli e tavolini distinti” e “interlocutori di secondo piano”: “la confusione” di Cappellacci “è tanta, speriamo concluda presto l’occupazione ormai abusiva di viale Trento”, incalza Lai auspicando le dimissioni del governatore.
“Sul contenuto della nuova chiamata alle armi – spiega – non riusciamo a vedere chiaro. Delle due l’una, o Cappellacci é confuso oppure é in malafede. Non capisco davvero – argomenta Lai – perché chieda ai parlamentari sardi di sostenere un emendamento che spunta dal nulla, senza che sia stato discusso o proposto nelle sedi istituzionali, pretendendo una adesione fideistica”.
Quanto alla riduzione dell’Irap, il segretario del Ps sottolinea che “sarebbe importante sapere se la Regione ha spiegato al Governo, prima dell’esame della norma, il valore e il senso di una proposta coraggiosa e innovativa, e se lo ha fatto il presidente nei suoi tour romani oppure qualche dirigente delegato e chi é stato incontrato. Dalle nostre informazioni non c’è stata alcuna interlocuzione, ma ci piacerebbe essere smentiti”. E tornando sullo Statuto, Lai conclude: “prima di toccare l’art.10, verifichiamo anche altre strade ordinarie: lo Statuto è un’arma potente e le armi non si lasciano in mano ai bambini maldestri”.