Siccità, la Giunta contro il Governo: ‘Decreto invasi’ impugnato al Tar

La Giunta Solinas ha deciso di impugnare davanti al Tar del Lazio il ‘Decreto invasi’, con cui il Governo adotta i criteri di ripartizione delle risorse destinate al Piano nazionale degli interventi nel settore idrico 2020-2028. “Criteri decisamente sfavorevoli per i distretti con il maggior deficit infrastrutturale, quale è la Sardegna”, ha detto il governatore sardo Christian Solinas. “La Conferenza unificata – spiega – non ha tenuto conto delle reali esigenze di approvvigionamento idrico, che nella nostra Isola sono decisamente più difficili da soddisfare rispetto a quanto accade nelle altre regioni d’Italia. Le risorse sono state infatti ripartite tenendo conto di due fattori: la domanda di risorsa idrica e quella di infrastruttura idrica con un peso rispettivamente del 70 per cento e del 30 per cento. Valori – aggiunge – che non tengono conto delle richieste avanzate dalla Sardegna e che riducono la quota di riparto per l’Isola al valore di 8,68 per cento, con una perdita di 10 milioni circa su 60 l’anno: alla Sardegna spetterebbe almeno il triplo”.

“Rappresentiamo, nostro malgrado, un caso unico in Italia ma evidentemente lo Stato, distratto, non si è reso conto di questo”, dice l’assessore ai Lavori pubblici Roberto Frongia. Le risorse sono state stanziate per la lotta alla siccità, un problema annoso per l’Isola, che dipende soprattutto dagli invasi artificiali. “Non si può di certo trascurare – continua Frongia – la criticità associata al problema dell’insularità, che determina l’impossibilità di attingere a risorse idriche provenienti da altre regioni o altri bacini idrografici. Per contro è evidente che le regioni del Nord Italia dipendono solo in minima parte dagli invasi, avendo altre fonti di approvvigionamento (fiumi, risorse dal sottosuolo)”.

“Mentre il Nord Italia può contare sulla quasi totalità del prelievo da acque di falda (oltre il 90 per cento), per la Sardegna la dipendenza dalle acque accumulate dagli invasi è di oltre il 70 per cento. Ciò rende strutturalmente il Nord meno esposto a crisi idriche rispetto alla Sardegna. Eppure – aggiunge Frongia – il territorio Padano – per esempio – risulta paradossalmente avvantaggiato rispetto ad una regione con minore densità abitativa che per soddisfare l’esigenza primaria del potabile deve attingere principalmente dalle risorse trattenute dalle opere di sbarramento dei corsi d’acqua (invasi artificiali)”.

 

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