Dopo l’addio di pezzi da novanta come il capogruppo Gennaro Migliore e Claudio Fava, in aperta rottura con il leader Nichi Vendola dopo il voto favorevole al decreto Irpef, i militanti stanno alla finestra e osservano in diretta la spaccatura che sta lacerando Sel. E i parlamentari sardi? L’Isola ha eletto l’ex consigliere regionale Luciano Uras al Senato e Michele Piras, già segretario regionale, alla Camera. Il primo getta acqua sul fuoco, il secondo non nasconde di essere fortemente scosso dai fatti accaduti negli ultimi giorni.
“Sia chiaro, nel partito non c’è alcun smottamento. Alcuni hanno fatto delle scelte, liberi di farle – dice Uras -. A livello regionale poi, Sel ha ottimi rapporti con tutte le forze democratiche, dal Pd alle altre sigle che compongono la maggioranza di governo, come i sovranisti. L’unica mia preoccupazione? Le condizioni dei sardi, alle prese con una crisi soffocante”.
Michele Piras, al contrario, taglia corto: “Sta succedendo un disastro. Cinque anni fa siamo riusciti a costruire, anche in Sardegna, una realtà importante quasi dal niente: un agglomerato di reduci senza un soldo che, in poco tempo, nell’Isola era diventato un punto di riferimento. Oggi abbiamo buttato tutto alle ortiche. Sono molto scosso, triste”. Anche Piras seguirà Migliore e Fava? “Voglio riflettere, parlare con gli amici, con i compagni e anche con i miei familiari, per capire qual è la soluzione migliore. Sia chiaro: non ho contrattato posti nel Pd, non ci sono andato nemmeno cinque anni fa, quando eravamo debolissimi. Ora però devo riflettere”.
