Sei mesi per la radioterapia, il Pd in Parlamento: “Governo copre inefficienze Regione”

“Il caso della radioterapia in Sardegna mostra come il ministero guidato da Schillaci metta sotto il tappeto le inefficienze delle Regioni senza vigiliare o controllare. Questo Governo, al di là dei tentativi di apparire nuovo, mostra le più antiche pratiche di una politica nella quale si coprono le responsabilità anche quando i cittadini sono palesemente danneggiati”. Lo scrivono in una nota congiunta, Ilenia Malavasi e Silvio Lai, deputati dem, commentando quanto detto al question time dal ministro della Sanità il merito al caso della radioterapia alla Asl di Nuoro, con l’invito a un paziente di Fonni a rivolgersi a strutture fuori dall’Isola. “La nostra interrogazione sul caso del paziente – proseguono – non chiedeva di conoscere la risposta della Regione che era già nota, anche nelle marce indietro della Regione non registrate dal ministero, spettacolari se non fossero patetiche, prima dichiarando il certificato Asl come falso per poi riconoscerne autenticità, prima denunciando ignoti per lesa immagine e poi rappresentando successive scuse ridicole. Il tema posto dal Pd è quello che gli impone la funzione di coordinamento e vigilanza delle attività sanitarie regionali”.

“Nel caso specifico – spiegano – di verificare se la proposta di avviare il percorso di radioterapia per una neoplasia dopo 4 mesi sia frutto di un’intensa attività imprevista oppure di una gestione inadeguata delle risorse umane e di un’organizzazione inefficiente della Regione”. “Oppure – aggiungono – aveva il dovere, il ministro Schillaci, di verificare se il piano di contrasto alle liste d’attesa dichiarato dalla Regione sia stato effettivamente attuato, cosa non avvenuta. Il Ministro insomma non è il passacarte delle Regione, ma il garante che in tutta Italia il Ssn funzioni per tutti i cittadini in maniera adeguata ed efficace”. Perché se non è il Governo a tutelare i cittadini da una cattiva gestione della sanità da parte delle Regioni, chi lo deve fare, visto che non tutti i cittadini hanno le risorse economiche per scegliere la via breve dell’assistenza privata o quella giudiziaria, non meno costosa?”.

“La risposta del ministro Schillaci sarebbe dovuta essere molto diversa ma anche lui si sta rendendo complice e protagonista di una sanità per censo, dove la salute è garantita e “pesata” in base alla ricchezza. Schillaci si sarebbe dovuto fare un’altra domanda: ma io se avessi un tumore, resterei in lista d’attesa per 4 mesi per aspettare l’avvio della radioterapia senza fare niente per saltare la fila? Perché vista l’inazione e la mancata vigilanza attiva forse la sua risposta sarebbe stata la stessa del cittadino sardo, umiliato dal proprio sistema sanitario”, concludono Malavasi e Lai.

Di diverso avviso l’assessore alla Sanità, Carlo Doria. “La risposta del Governo all’interrogazione parlamentare presentata dal Pd conferma ciò che abbiamo sostenuto sin dall’inizio: sulla radioterapia in Sardegna non esiste alcuna emergenza, le cure sono garantite e non c’è alcuna situazione che richieda ai cittadini sardi che devono sottoporsi alle terapie di doversi rivolgere ai centri fuori dall’Isola. Nel suo intervento – sottolinea l’assessore – il sottosegretario alla Salute ha precisato come la notizia circa la necessità di rivolgersi ai centri della Penisola, per l’impossibilità di eseguire trattamenti di radioterapia in Sardegna nel rispetto dei tempi tracciati dalle linee guida, sia destituita di ogni fondamento. Questo restituisce un’informazione corretta su un tema delicatissimo. Le cure radioterapiche nell’Isola sono sicure e garantite, oggi affermare il contrario è ingiusto nei confronti dei pazienti oncologici e delle loro famiglie e ha come unico risultato quello di gettare allarme su chi già deve affrontare le sofferenze e l’angoscia della malattia, ma è altrettanto ingiusto nei confronti degli operatori sanitari quotidianamente impegnati in prima linea con professionalità e spirito di servizio”.

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