Il segretario regionale della Cisl Oriana Putzolu: “Aspettiamo più iniziative per il lavoro”

“Nulla di nuovo sotto il sole se non la più che opportuna voglia di trasparenza del Presidente Pigliaru, che ha voluto rendincontare pubblicamente i suoi primi 100 giorni di governo”. Così il segretario regionale della Cisl, Oriana Putzolu, ha commentato la conferenza stampa sui primi tre mesi di governo convocata dall’esecutivo Pigliaru.

“Dalla conferenza stampa di oggi la Cisl si attendeva fatti più concreti – settori intervento, risorse a disposizione, cronoprogramma – per far rientrare al lavoro una parte, anche piccola, dei 147 mila lavoratori che a vario titolo beneficiano degli ammortizzatori sociali. Invece – scrive in una nota Putzolu – niente su questo fronte. Il sindacato chiede alla Giunta non solamente politiche passive sul lavoro, ma soprattutto attive, che non si vedono o sono indicate come possibili e futuribili: cantieri da aprire, programmi da attuare, finanziamenti ancora da incassare”.

E ancora: “La situazione politica nazionale e internazionale è tale – in continua e contraddittoria evoluzione – che la Regione più che sulle promesse governative dovrebbe fare affidamento sulla propria capacità di attrarre investimenti, di recuperare risorse, di migliorare la spesa pubblica, di costringere lo Stato a mantenere in Sardegna uffici e posizioni strategiche – Inps, tribunali, forze dell’ordine, scuola,etc – per evitare soprattutto la “morte “ definitiva dei piccoli centri. In questi 100 giorni il sindacato non ha ancora visto proposte per un piano organico di sviluppo industriale dell’isola, per un recupero e rilancio dell’agroindustria, per interventi di potenziamento dei notevoli handicap infrastrutturali con cui l’isola fa quotidianamente i conti, e per il riconoscimento, in sede europea, dell’insularità. Governare in questa situazione non è facile, ma diventa obbiettivamente difficile quando la Giunta – almeno questa è l’impressione – mostra di perseguire un disegno proprio che sembra non tener conto delle emergenze e soprattutto di una economia regionale che, prima di essere cambiata alla radice, richiede interventi per garantire la sopravvivenza dei lavoratori. Sopravvivere, per i sindacati, non è sinonimo solo di cassa integrazione, ma di nuove, ripetute, rinnovate opportunità di lavoro, per giovani e meno giovani”.

 

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