Scuola, la Regione vuole più autonomia: chiesti criteri diversi per accorpamenti

La particolare situazione della Sardegna, per territorio, densità di popolazione e collegamenti, ha portato l’assessore regionale della Pubblica istruzione, Andrea Biancareddu, a chiedere maggiore autonomia sulle decisioni relative al dimensionamento scolastico. L’occasione è stata la riunione della commissione della Conferenza Stato-Regioni, durante la quale l’esponente della Giunta Solinas, ha chiesto di attivare una trattativa con il Governo per ottenere una deroga ai parametri attuali previsti dalla legge del 2011. Si tratta di numeri che applicati all’Isola avrebbero un effetto negativo sulla tenuta del sistema regionale. Infatti, la legge prevede che ogni autonomia scolastica abbia 400 alunni per i Comuni montani e 600 negli altri casi. “Noi abbiamo 1 milione e 600 mila abitanti con una densità di 69 abitanti per chilometro quadrato – ha spiegato Biancareddu – ci sono autonomie scolastiche all’interno delle quali rientrano diciotto Comuni”.

Non solo, la Sardegna deve fare i conti con un preoccupante fenomeno di spopolamento e di dispersione scolastica sui quali un intervento in questo senso potrebbe significare un aiuto per migliorare la situazione. A questo si lega anche lo stato dei trasporti, come ha sottolineato l’assessore: “Abbiamo ferrovie che risalgono all’ottocento e zone più simili alle Ande che alla Pianura Padana ed è molto difficile accorpare autonomie sottodimensionate”. Nell’Isola ci sono zone dove il numero degli abitanti è di 13 per chilometro quadrato che significa allargare tanto i confini di ogni autonomia scolastica accorpando a volte anche venti Comuni che distano anche quaranta o cinquanta chilometri tra loro e che non sono collegati in maniera efficiente. Durante la riunione, Biancareddu si è anche soffermato sulla necessità che vengano “definiti subito i nuovi criteri per l’assegnazione dei dirigenti e del direttore dei servizi generali e amministrativi”.

Sempre in materia di dispersione scolastica, la Giunta ha stanziato 900mila euro per quest’anno e ulteriori 100mila per il 2020. Risorse che serviranno per proseguire i laboratori didattici extracurriculari, previsti in una linea del programma ‘Tutti a Iscol@’.  I fondi sono assegnati, con criterio proporzionale rispetto al bacino di autonomie scolastiche di competenza, in favore delle cosiddette ‘scuole-polo’ che altro non sono che le autonomie scolastiche che rappresentano un punto di riferimento per l’attuazione del programma e che garantiscono l’attività di coordinamento amministrativo di tutte le autonomie scolastiche partecipanti. “Nelle scuole – ha detto l’assessore Biancareddu – sono state promosse alcune attività di sostegno alla didattica ordinaria, con particolare riferimento alle discipline di base, attraverso l’utilizzo del Fondo sociale europeo, permettendo ai ragazzi in difficoltà di avere un aiuto supplementare. Inoltre sono state realizzate delle azioni volte a favorire l’inclusione e superare le difficoltà che molti studenti incontrano sul piano relazionale, psicologico, comportamentale.”

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