Massiccia adesione anche in Sardegna per lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per cambiare la legge di Bilancio del Governo Draghi. Otto ore di astensione dal lavoro e cinque manifestazioni: anche Cagliari, insieme a Roma, Milano, Bari, Palermo, ha risposto riempiendo la piazza dei Centomila, davanti alla Basilica di Bonaria con migliaia di bandiere e decine di striscioni.
Per gli interventi dal palco al microfono non solo i vertici dei sindacati ma anche i lavoratori. “La Sardegna può e deve cambiare il paradigma energetico passando per il gas – ha detto Matteo Roccasalva, operaio turnista di Portovesme – per arrivare poi all’idrogeno e al gas di sintesi e per fare ciò deve avere una rete di distribuzione che va da nord a sud dell’isola senza lasciare indietro nessuno. In quanto rivendichiamo pari diritti e pari dignità nell’avere il gas e nel suo costo che deve essere in linea con quello del Continente. Abbiamo la possibilità di elettrificare i porti turistici e commerciali, le reti stradali. Possiamo trasformare i trasporti ferroviari e il trasporto urbano e extraurbano con l’idrogeno. Possiamo trasformare tutta l’industria che utilizzerà il metano a idrogeno. Questo è lavoro. Questo è affrontare seriamente la transizione energetica e la decarbonizzazione“.
Tra i primi a parlare la segretaria generale della Uil Sardegna, Francesca Ticca: “La gente vuole riprendersi dalla pandemia, vuole lavoro, vuole riprendersi la vita. Ma non ce la fa: le pensioni devono essere dignitose e invece ci sono anziani che non possono nemmeno accendersi il riscaldamento in questi giorni di freddo. In questa manovra per la Sardegna non c’è quasi niente. Pronti alla battaglia a oltranza se non dovessero rivedere le loro posizioni”. Dura la posizione della Cgil: “Anche oggi migliaia di persone in piazza – ha detto il segretario regionale Samuele Piddiu – per rivendicare condizioni migliori per un pezzo di società che rimane ancora una volta escluso. E in Sardegna abbiamo ulteriori ragioni per essere in piazza perché oltre la manovra del governo non ci soddisfa affatto la manovra della Giunta regionale. Non ci piacciono le scelte su industria, lavoro e mobilità”.