Onorevoli e senatori sardi uniti per un preciso obiettivo: garantire all’Isola una rappresentanza al Parlamento europeo. Com’è noto, la Sardegna fa parte del collegio Isole, da spartire con la Sicilia. È chiaro dunque che sperare nella sicura elezione di un politico isolano è cosa vana, vista la disparità di elettori. Ecco allora spuntare un’alleanza trasversale che spinge per il ‘collegio sardo’ e vede tra i principali esponenti – al momento – Francesco Sanna (Pd) e Pierpaolo Vargiu (Riformatori), senza dimenticare Franciscu Sedda (Partito dei sardi), già promotore di una iniziativa simile ora rilanciata attraverso una petizione online e Roberto Capelli (Centro democratico), primo firmatario di una proposta di legge(guarda) depositata poco meno di un anno fa e sottoscritta anche da Nicola Bianchi (M5S), Lello Di Gioia (pugliese eletto in Sardgena col Pd, poi passato al Partito socialista) e Carmelo Lo Monte (Centro democratico).
Esiste già un disegno di legge sul sistema elettorale per le elezioni europee: riguarda la doppia preferenza di genere. Ma è un “contenitore” all’interno del quale potrebbe essere inserito un altro provvedimento per garantire finalmente una rappresentanza sarda in Europa. Rappresentanza che non è mai stata garantita perché, come detto, la Sardegna fa circoscrizione unica con la Sicilia.
Gli esponenti politici isolani che hanno avuto un seggio a Strasburgo ce l’hanno fatta per circostanza casuali (come Francesca Barracciu che è subentrata al siciliano Rosario Crocetta dopo che questi è stato eletto presidente della Regione) o con i resti del collegio unico nazionale (come Giommaria Uggias dell’Idv). In passato grazie alla capacità di indirizzare i voti del Partito comunista che riusciva a spostare sul candidato sardo una parte dei voti siciliani.
La proposta di modificare la legge elettorale utilizzando il disegno di legge in discussione è del deputato del Partito democratico Francesco Sanna.
“Tra i contenuti del disegno di legge sulla doppia preferenza di genere nelle elezioni per il Parlamento Europeo, in discussione nella Commissione Affari Costituzionali del Senato – ha dichiarato – ci può stare benissimo anche la divisione in due della circoscrizione Isole, con la separazione consensuale di Sicilia e Sardegna. Ma – ha aggiunto – trattandosi di una legge elettorale, i dettagli sono essenziali. La divisione della circoscrizione assegnerebbe, per l’entità delle popolazioni, due seggi alla Sardegna e sei seggi alla Sicilia”.
C’è però un altro problema. “Segnalo – ha infatti aggiunto Sanna – che nella legislatura che volge al termine, per una bizzarra interpretazione della legge elettorale, le due regioni si sono viste attribuire due seggi in meno, e ben quattro sono stati sottratti alla circoscrizione del Mezzogiorno. Accade infatti che nella concreta assegnazione dei seggi, la Corte di Cassazione li attribuisca su base nazionale, in forza della partecipazione popolare al voto e non in proporzione ai residenti. La proposta di legge del Pd chiarisce e corregge questa stortura interpretativa, che se non fosse eliminata potrebbe rivelarsi pericolosissima per una circoscrizione piccola ed in crisi di partecipazione al voto come quella della Sardegna, risultante dalla divisione della Circoscrizione Isole”.
“Paradossalmente si correrebbe il rischio di vedersi assegnare due seggi sulla carta, ma senza vedersene concretamente attribuito nemmeno uno dopo le elezioni. Bisogna quindi battersi – ha concluso Sanna – per una riforma della legge elettorale europea completa di entrambi gli elementi: la modifica della circoscrizione e la precisazione della regola di attribuzione dei seggi. Se ci si riesce al Senato bene. Altrimenti sin da ora chiediamo che la questione sia fatta propria dal Governo e dalle forze politiche come prioritaria nell’agenda parlamentare delle prossime settimane” .
Ora che la proposta di legge sulle elezioni europee sta per essere discussa in Senato, “non bisogna perdere l’occasione”, dice Pierpaolo Vargiu, dei Riformatori, che in merito ha redatto un apposito emendamento (leggi) affinché Sicilia e Sardegna diventino due collegi autonomi. “Tutti i gruppi politici possano finalmente dimostrare la propria attenzione per le peculiarità della Sardegna, rendendo autonoma la nostra circoscrizione elettorale e consentendoci così di avere diritto di rappresentanza al Parlamento europeo”.
“Un diritto – prosegue il presidente della commissione Sanità alla Camera – che in questi difficilissimi tempi di crisi economica vale oro per la Sardegna e per i sardi.I parlamentari sardi, da soli, non possono vincere la sfida. Siamo 18 deputati alla Camera e appena 8 al Senato: la nostra buona volontà, certificata dalle tante proposte di legge da noi presentate per difendere la Sardegna in Europa, non va da nessuna parte. È invece necessario che si esprimano i partiti nazionali, quei partiti in cui tanti di noi militano, a cui tantissimi sardi danno il loro voto”.
Vargiu ha così scritto una lettera a tutti i capigruppo in Senato “perchè dicano con chiarezza se intendono garantire il diritto dei sardi e della Sardegna ad essere rappresentati in Europa. Spero di avere soltanto risposte affermative: il silenzio o le risposte negative sarebbero un immotivato schiaffo in faccia alle legittime aspettative di tutti i sardi”.
A corredo, la petizione lanciata sul sito change.org pochi giorni fa, indirizzata al presidente del Consiglio Matteo Renzi e ai parlamentari sardi. Nello specifico, si chiede un “impegno immediato affinché la #Sardegna possa eleggere un proprio rappresentante al Parlamento Europeo”. La proposta era partita tempo fa da Franciscu Sedda, del Partito dei Sardi.